e riformatore: la fedeltà
agli ideali prima di tutto
Iquadriamo innanzitutto il contesto storico. Siamo in Toscana, nel Granducato di Toscana mentre finisce l’epopea di Napoleone e nasce la Restaurazione.
E’ la Toscana di Ferdinando III e poi di Leopoldo II di Lorena, la “Toscanina”. I Lorena erano un ramo degli Asburgo d’Austria, in rapporti di parentela dinastica ma con una certa indipendenza, specie nella gestione della politica. Si pensi che già nel 1786 (30 novembre), il Granduca Pietro Leopoldo abolì per la prima volta la pena di morte, la tortura e tutte le pene corporali. Una decisione storica maturata grazie all’influenza delle idee del grande illuminista e giurista milanese Cesare Beccaria. La Toscana quindi, rappresentava un vero avamposto della democrazia in Italia. Dopo l’occupazione francese, col ritorno di Ferdinando III (figlio di Pietro Leopoldo) e la ritrovata indipendenza politica, in Toscana vennero ristabiliti gli organi di governo e, in parte, le strutture amministrative già in funzione fino al 1808 pur mantenendo sempre quell’autonomia che la distingueva tra gli stati italiani; questa autonomia fu mantenuta fino al 1859 quando il plebiscito dei cittadini toscani, col 95% dei voti, decise l’annessione al Regno di Sardegna, futuro regno d’Italia....
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