Gli occhi chiusi
e il mondo fuori
C’è una storia dietro ogni volto, ci sono volti che hanno scritto la storia. Icone legate da un unico destino e segnate dal medesimo profilo. Amaro, mai rassegnato. Uomini e donne rimasti spesso senza nome. Robert Capa li ha incontrati sovente lungo il suo cammino mentre disperatamente si battevano per strappare gli eventi dal loro corso, per estirpare le radici dell’odio dal terreno sempre troppo fertile di un’umanità privata della ragione. Autunno del 1936, la Spagna è caduta nella spirale della Guerra Civile. Un vortice di violenza che scuote e percuote l’esistenza di milioni di persone. Sul campo infuria la battaglia tra i nazionalisti di Francisco Franco e le truppe repubblicane che tentano di resistere al golpe militare. La linea del fronte si sposta con ferale rapidità. Capa è l’ombra che si muove tra le schiere armato di coraggio e macchina fotografica. Combatte una lotta tutta sua: documentare la guerra per instillarla nella memoria collettiva, riscattando così la dignità umana calpestata. Istantanea dopo istantanea i suoi reportage diventano il romanzo del dolore e della speranza.
La scena ritrae un combattente delle Brigate Internazionali in un momento di tranquillità. Apparente. Sono i giorni degli assalti su Madrid. Fragorosi e tremendi. Il volontario delle forze lealiste si concede un attimo di riposo. Appoggia il calcio del fucile a terra, sovrappone sulla canna le mani, adagia il viso sull’improvvisato giaciglio. E per qualche istante chiude il mondo fuori da sé. Un’immagine intima, l’uomo con i suoi pensieri. Che migrano altrove, in cerca di pace. Un lampo di quiete che balena in un’epoca inquieta. Il volto stanco, ma sereno. Gli occhi chiusi, le spalle avvolte in una pesante coperta di lana. E’ l’icona della guerra oltre la guerra. Un testamento scritto nei contorni degli eventi: attraverso il patimento dei soldati costretti a sopportare la fatica, il freddo e negli sguardi dei civili scarnificati dalla sofferenza. La guerra è racchiusa in quel sonno, il sonno della ragione.
Da Mondo Padano del 19 maggio 2017
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