“Questo non è amore”: come ogni anno la Polizia di Stato usa questo efficace claim per portare avanti la propria battaglia contro la violenza di genere, in occasione del 25 novembre. E anche quest’anno, la sensibilizzazione partirà dalle scuole. Il 24 novembre ci sarà un momento formativo presso il Liceo Manin, a cui parteciperà personale della Divisione Anticrimine della Questura, Polizia Postale, associazioni antiviolenza e Cam (Centro di ascolto uomini). Il 25 invece, a Crema, in piazza Duomo, sarà presente il consueto gazebo, dove gli agenti distribuiranno materiale informativo. Nello stesso giorno fuori dallo stadio Zini, durante la partita della Cremonese, verranno distribuiti volantini per sensibilizzare l’opinione pubblica.
“Quest’anno il nostro obiettivo è diretto alle parole: il fenomeno della violenza va affrontato e combattuto in una fase iniziale, partendo dal linguaggio, soprattutto in rete e nel modo di comunicare tra persone», spiega Nunzio Trabace, dirigente della Divisione Anticrimine della Questura di Cremona.
Qual è la dimensione del fenomeno?
«Il quadro che abbiamo del fenomeno, emerge dagli ammonimenti fatti dal questore, uno strumento importante che consente di garantire alla vittima una tutela rapida e anticipata rispetto alla definizione di un procedimento penale. Dai dati in nostro possesso, vediamo che nel 2021 sono stati emessi 13 ammonimenti, nel 2022 sono stati 22, mentre quest’anno siamo già a 17. In questo contesto la maggior parte degli ammoniti sono uomini (l’anno scorso lo erano tutti, quest’anno due sono donne). Analizzando le fasce d’età, nel 2023 ce n’è uno tra i 18 e 30 anni, ce ne sono cinque tra i 21 e i 45 anni, mentre gli altri 11 sono dai 46 in su. Altro dato importante: abbiamo registrato una diminuzione delle recidive: se nel 2022 sui 22 casi ne avevamo avute 6, con 3 uomini che hanno avviato percorso al Cam, nel 2023 c’è stato finora un solo caso di recidiva, e sempre 3 uomini che hanno avviato il percorso al Cam».
Cosa emerge dall’analisi di questi dati?
«Che per essere davvero efficaci nella sensibilizzazione dobbiamo essere in grado di rivolgerci in maniera differente alle persone in relazione alle classi d’età. Dunque da un lato è indispensabile intervenire nelle scuole, con un’azione di sensibilizzazione, anche pensando ai fatti più recenti, che hanno visto protagonisti ragazzi giovani, a superare approcci maschilisti e macisti. Nelle fasce intermedie dobbiamo (...)».
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