Dopo quasi due mesi di lockdown - anche se moltissime attività non si sono mai fermate per garantire alla comunità i servizi essenziali (la sanità, la pubblica sicurezza, il comparto alimentare, l’informazione e altre ancora) - con il 4 di maggio inizia ufficialmente la cosiddetta fase 2 che riporterà al lavoro la stragrande maggioranza degli italiani (e dei cremonesi). Sarà, come ha annunciato più volte dal Governo e dallo stesso Presidente del Consiglio, una ripresa a tappe, estremamente graduale, all’insegna del principio della massima precauzione. Questa prima serie di aperture serivrà, da un lato, a tutte le autorità preposte al controllo dell’emergenza sanitaria, per monitorare passo dopo passo l’evolversi della curva epidemica, con la possibilità di fare repentinamente dietrofront qualora il contagio dovesse superare determinati livelli (in tal senso, le recenti esperienze di Francia e Germania che, dopo aver aperto alcune attività, sono tornate sui loro passi, sono lì a testemoniare la delicatezza della situazione). Dall’altro, questo primo avvio dopo quasi due mesi di chiusura sarà indispensabile per testare se i protocolli di sicurezza previsti e adottati per consentire alle persone di muoversi e tornare al lavoro si riveleranno efficaci, saranno cioè in grado di garantire quel distanziamento sociale che, oggi, in attesa di un vaccino, rappresenta l’unica arma che abbiamo contro il Covid-19. Ma c’è di più: con il 4 maggio molte attività saranno chiamate a tradurrre in pratica queste norme di sicurezza. La fine del lockdown rappresenta, dunque, una sfida collettiva, nella consapevolezza che la salute pubblica è un diritto da salvaguardare in tutti i modi, ma che la ripartenza, qui come nel resto del mondo, è altrettanto indispensabile per scongiurare una catastrofe economica. Proprio l’enormità della prova che ciascuno di noi ha davanti rappresenta l’inizio di un cammino per molti aspetti del tutto inesplorato. Nel focus di questa settimana abbiamo interpellato i rappresentanti di tutti i settori produttivi e del sindacato per capire come le aziende, piccole o grandi che siano, prostrate da due mesi di fermo pressochè totale, si sono attrezzate per riaccendere il motore. Nelle loro testimonianze sono emerse tante aspettative per una ripresa da cui passa il futuro del Paese, ma anche i timori e le preoccupazioni per un futuro che si prevede ancora estremamente nebuloso...
Fabrizio Loffi, Paolo Carini, Lidia Gallanti, Laura Bosio, Luca Muchetti
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