Magie vocali e giochi di prestigio
per i 35 anni in musica di Anna Oxa
Il libro della storia di Anna Oxa sembra una preziosa raccolta di favole. Si apre con un incantesimo, come quello che 35 anni fa l'ha portata per la prima volta sul palcoscenico di Sanremo, a soli 16 anni. Anna compare e scompare tra le pagine di questo libro, la sua sagoma è inconfondibile eppure ogni volta diversa. Come la sua musica, sempre riconoscibile nonostante il continuo cambiamento. Si apre così la tappa zero dell'Oxa History in concert: con un gigantesco libro che diventa metafora di un'intera carriera.
Anna è scalza, vestita semplicemente con una maglia e una lunga gonna nera. Impugna il microfono e improvvisamente cala il sipario su tutte le polemiche che l'hanno accompagnata negli ultimi mesi, dopo l'esclusione dal Festival di Sanremo. Al San Domenico di Crema risuona la melodia di “Se devo andare via”, brano del suo album d'esordio. E poi ancora “Senza di me” e “Tu non sei l'America”, fino a “Francesca (con i miei fiori)” dove esplode il primo vero acuto. La platea rimane a bocca aperta. Su quel palco non c'è una cantante che sta per compiere 52 anni. C'è la determinazione della ragazzina dei primi tempi. C'è un frammento di storia della canzone italiana. Ci sono la sicurezza e la tecnica vocale acquisite in tre decenni e mezzo di spettacoli. Su quel palco, insomma, ci sono emozione, talento ed energia.
La scaletta prosegue zigzagando tra successi immortali, “È tutto un attimo”, “Donna con te”, “Pagliaccio azzurro”. Una versione new age di “Ti lascerò” conclude la prima parte del concerto, mentre finalmente si apre la tendina che separava la cantante dalla band. Tra i musicisti, anche il chitarrista cremonese Mattia Tedesco. Si continua così, tra numeri di magia messi in scena con l'illusionista Jason Enigma e impressionanti prove vocali. “Oltre la montagna”, “Tutto l'amore intorno”, “Eterno movimento”, “Tutti i brividi del mondo”, “Un'emozione da poco”, “Senza pietà”. Anna Oxa incoraggia il suo pubblico a non subire passivamente la storia, ma anzi adoperarsi per forgiarla con le proprie mani. Saluta il pubblico con “Camminando camminando” e “Mezzo angolo di cielo”. Un invito a continuare senza paura il viaggio della vita, senza mai dimenticare la realtà che ci circonda.
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