Il giorno 26 aprile, la Commissione europea ha dato un seguito concreto al proposito di essere maggiormente presente nella dimensione sociale degli Stati Membri. I passi avanti significativi, attuati congiuntamente, riguardano il pilastro europeo dei diritti sociali, e la creazione di un quadro completo per la sua attuazione.
Il pilastro stabilisce venti principi e diritti fondamentali per sostenere il buon funzionamento e l'equità dei mercati del lavoro e dei sistemi di protezione sociale. Questo – il suo contenuto articolato in tre categorie: pari opportunità e accesso al mercato del lavoro, condizioni di lavoro eque e protezione e inclusione sociale – è stato presentato in due forme giuridiche di identico contenuto. La prima è una raccomandazione della Commissione; la seconda, una proposta di proclamazione congiunta del Parlamento, del Consiglio e della Commissione. Su tali basi, quest'ultima avvierà le discussioni per assicurare al pilastro un ampio sostegno politico, con l'auspicio del Presidente della Commissione europea Juncker che "sia approvato al più alto livello politico entro la fine dell'anno".
Sebbene la maggior parte degli strumenti per realizzare il pilastro sia nelle mani degli stati membri, delle parti sociali e della società civile, la Commissione contribuisce concretamente a delineare la strada da seguire per la sua attuazione. In questa ottica, assieme al pilastro, la Commissione ha presentato più iniziative, legislative e non, volte a garantire nuovi e più efficaci diritti ai cittadini.
Specificamente, in primis, è stata emessa una proposta di direttiva, efficace nell'affrontare diverse dimensioni delle sfide sociali degli Stati Membri. Essa include, infatti, una serie di standard minimi per il congedo di paternità, il congedo parentale e il congedo per i prestatori di assistenza: introduce il diritto per padri di prendere un periodo di congedo di durata non inferiore ai dieci giorni lavorativi, al nascere di un figlio; prevede che il diritto di congedo parentale possa essere usato fino ai 12 anni di età del figlio (l'attuale linea guida indicava invece gli 8 anni come riferimento) e lo rende un diritto individuale, quindi non cedibile, delle madri e dei padri, incentivando gli uomini a usufruirne.
Inoltre, la proposta di direttiva introduce per la prima volta un congedo di cinque giorni all'anno per i prestatori di assistenza, in caso di malattia di un parente diretto. E' previsto che ciascuna di queste modalità di congedo sia retribuita almeno quanto un congedo di malattia.
Infine, l'iniziativa legislativa assicura per i genitori di bambini di età minore o uguale ai 12 anni e ai prestatori di assistenza il diritto di chiedere modalità di lavoro flessibili, in termini di orario o luogo; il tutto, con l'obiettivo si consentire ai lavoratori di scegliere il proprio equilibrio nel conciliare il lavoro e la vita familiare.
In secondo luogo, oltre alla proposta legislativa, la Commissione ha portato avanti anche due consultazioni delle parti sociali. La prima è concernente l'ammodernamento delle norme sui contratti di lavoro, rispetto all'adeguamento del diritto a ottenere informazioni scritte sugli aspetti essenziali di nuove posizioni dei lavoro a nuove realtà nei mercati del lavoro, quali le forme di occupazione atipiche. La seconda consultazione riguarda invece l'accesso alla protezione sociale, e l'adattamento dell'attuale normativa su di essa alle forme di lavoro autonomo o atipico. In ultimo, la Commissione ha adottato un chiarimento della direttiva sull'orario di lavoro, facilitandone l'interpretazione.
Tutte le iniziative adottate il 26 Aprile rientrano nel programma di lavoro della Commissione per il 2017, il linea con il processo avviato con la prima stesura del pilastro per i diritti sociali a Marzo 2016.
Ludovico Biasco
Francesco Laera
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