Di Francesco e Kirilov le leve di un successo
nato prendendo l'Arezzo in contropiede
Giampaolo rimette in pista la Cremonese. Esattamente una settimana dopo la batosta di Pavia, i grigiorossi ritrovano spirito, idee e gol mandando in frantumi l'Arezzo di Capuano. Un risultato rotondo (3-1), il ritorno al gol di Brighenti, la regia illuminata di Jadid, l'impiego delle ali come grimaldello per scassinare le ambizioni degli avversari. Non è ancora un'altra Cremo, ma è già qualcosa di diverso rispetto al passato. Anche nell'affrontare i contrattempi, perché i problemi continuano a non mancare. Stavolta, però, ciascun momento ha la sua soluzione a portata di mano da poter essere spesa. Si va dalle scelte coraggiose al tiro, alla padronanza nei movimenti degli attaccanti per chiudere con la rigenerante compattezza fra i reparti, sinonimo di garanzia.
È così che Giampaolo inizia a raccogliere i frutti dell'intenso lavoro settimanale, culla di ogni metamorfosi. La formazione che riassapora il gusto pieno della vittoria è la stessa rivoltata come un guanto al Fortunati, con l'unica eccezione di Galli fra i pali. Non un dettaglio, ma la pietra miliare di ogni considerazione: la Cremo pare essersi scrollata di dosso calcare, incrostazioni e quella patina di vittimismo che non poteva far bene a umore e classifica. Nonostante tutto il primo quarto d'ora è da pedalare controvento. Il pressing toscano è efficace e mette a nudo le smagliature di una fase difensiva ancora in rodaggio. È Erpen ad aumentare l'indice di pericolosità degli ospiti, mentre Carcione è l'uomo scelto da Capuano per valorizzare le palle inattive, tallone d'Achille dei grigiorossi.
La Cremo protegge con mestiere gli ultimi sedici metri e appena l'Arezzo si allunga, riparte e colpisce. Magistrale il contropiede dell'1-0, con Galli che libera l'area innescando la catena Di Francesco-Kirilov-Palermo-Brighenti, letale per Benassi.
E sempre in contropiede Di Francesco e il ritrovato Kirilov a ripetizione mettono in soggezione i toscani nell'uno contro uno. La squadra di Capuano si conferma squadra viva, nonostante la scarsa vena di Bonvissuto, preferito a Montini. Gli schemi su angoli e calci piazzati sono un'arma insidiosa, destinata a restare spuntata. La topica di Giorgi che regala a Erpen il colpo sotto dell'1-1 rischia invece di cambiare l'inerzia della gara se non fosse che il pasticcio di Benassi sul tiro dalla distanza di Jadid rimette le cose in ordine un attimo prima del 45'.
Nella ripresa il livello di concentrazione della Cremo resta altissimo. Il lavoro di Favalli e Palomeque è determinante nel mantenere la difesa strettissima ed evitare dannose infiltrazioni. Giorgi può così pianificare con moderata tranquillità il riscatto, contando sull'essenzialità “minimal” di Gambaretti in marcatura.
La chiave del successo passa anche attraverso la pressione sfiancante sul portatore di palla avversario di Alessandro Marchi e Palermo. E la terza rete grigiorossa, confezionata dal primo e realizzata con un colpo di testa dal secondo, è il premio alla loro tenacia. Per Palermo è il primo gol da quando veste il grigiorosso. Un tabù spezzato che profuma di aria nuova.
Per il resto la Cremo controlla e incassa qualche patema d'animo (la traversa di Montini), ma strappa tre punti indispensabili a ritrovare la serenità.
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