al Piano Mattei si ripristina la fertilità
del terreno e non si spreca la risorsa idrica
Chi investirebbe 420 milioni di euro per coltivare 36 mila ettari di terra in pieno deserto del Sahara, dove il caldo non ha pietà ed il sole picchia feroce? Ebbene, è proprio questo che prevede il “piano Mattei”, il grande accordo recentemente sottoscritto tra Italia e Algeria.
Ne parliamo con il prof. Gabriele Canali, docente di Economic Fundamentals of the Agri-Food System, di Qualità nell’Agroalimentare e di Sostenibilià Economica delle Imprese Agricole presso la facoltà di Agraria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza-Cremona.
Professore, lei ritiene che tale accordo rappresenti davvero una promozione dell’agricoltura sostenibile e rigenerativa?
«Innanzi tutto, occorre fare una premessa: per valutare attentamente e correttamente il progetto, sarebbe necessaria una sua conoscenza più approfondita e completa, cosa che allo stato attuale non è possibile, sono disponibili solo informazioni di stampa. Ciò detto, l’Algeria proverà in questo modo ad avere una nuova fonte di approvvigionamento importante al proprio interno, aumentando la sostenibilità economica e l’accesso alle risorse elementari necessarie...
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