La capacità di integrarsi in un contesto lontano da quello che è il proprio Paese, non è una sfida che tutti riescono ad affrontare in modo facile e lineare. Per chi arriva in Italia dall’estero per fermarvisi e costruirsi una vita si trova ad affrontare sfide impegnative. Ma talvolta, riesce anche a costruire storie di successo. Come Vladyslav Osadtsa, 18enne di origine ucraina, studente all’Apc-Torriani, all’indirizzo Manutenzione E Assistenza Tecnica, che ha costruito una macchina per realizzare le bobine della stampante 3D a partire da bottiglie d’acqua da riciclare. Un’invenzione nata quasi per caso: «Lo scorso anno avevo comprato una stampante 3D, ma mi ero reso conto di quanto fossero costose le bobine di plastica necessarie per farla funzionare», racconta lo studente. «Così ho pensato a delle varianti, a qualcosa che mi permettesse di usare la stampante con plastica riciclata». Di qui, l’illuminazione: «Mi è venuta l’idea di tagliare le bottiglie di plastica su misura». In sostanza, utilizzando un’apparecchiatura che riscalda la plastica, Vladyslav riesce a modellarla, facendola diventare un filamento, da poter utilizzare per crearsi delle bobine fai da te, a costo zero. Anzi, addirittura con un impatto ambientale positivo.
La macchina creata dal 18enne per effettuare questa lavorazione sfrutta un controller e un riscaldatore. Ma non si vuole fermare qui: lo studente sta infatti già pensando ad un nuovo progetto, attualmente in fase di sviluppo: «Avrà un funzionamento simile alla macchina che ho già costruito, ma in questo caso consentirà di riutilizzare i tappi delle bottigliem con un sistema di caricamento dall’alto. Si tratta di un tipo di plastica differente, che consente quindi di realizzare oggetti di tipo diverso».
Quando è arrivato in Italia, 15 anni fa, Vladyslav era uno dei tanti ragazzi stranieri che si sono trovati ad affrontare un percorso di vita difficile. Sua fortuna è stata frequentare le scuole direttamente in Italia, e trovare l’aiuto di cui aveva bisogno. Ma all’inizio, le difficoltà non sono mancate: «La scuola era diversa dalle nostre e mi sono trovato a dovermi misurare con una lingua per me sconosciuta», racconta. «Ma sulla mia strada ho trovato molto aiuto, e anche (...)».
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