La nuova rubrica su Mondo Padano a cadenza mensile
Le idee, diceva Falcone, camminano sulle gambe degli uomini. Così per questo progetto pensato diverso tempo fa, interrotto dalla pandemia e che ora arriva al traguardo della prima uscita, non casualmente alla vigilia di Natale. Si intitola “Spazio Libero, parole e opere dal Carcere di Cremona” e rappresenta se non una finestra, un “trompe d’oeil”, se non proprio la realtà una sua rappresentazione. Uno spiraglio tra il dentro e il fuori sulle pagine di Mondo Padano, per raccontare attraverso pensieri, colori e impressioni, uno spaccato del mondo dentro. Dentro il carcere e dentro se stessi.
«Mi sembra giusto - esordisce Rossella Padula, dal 2019 direttrice del carcere di Cremona - fare una premessa per rendere giustizia alla persona da cui questa idea è partita, vale a dire la signora Lucia Zanotti che all’epoca entrava come volontaria della Sesta Opera San Felice, organizzazione di volontariato che continua a operare in maniera ammirevole all’interno dell’istituto penitenziario di Cremona come in altri istituti. Era stata proprio Zanotti, scrittrice e artista, a propormi con il direttore Alessandro Rossi, questo spazio su Mondo Padano. Non siamo riusciti a farlo subito, poi è arrivata la pandemia da Covid, la signora Zanotti non è più volontaria in carcere, ma siamo riusciti a portare avanti il suo progetto... fino alla pubblicazione di oggi», spiega Padula.
La pubblicazione che avrà una cadenza mensile apre, dunque, una “finestra” sulla realtà carceraria. «E’ vero che il carcere arriva alla ribalta delle cronache esclusivamente o quasi per gli episodi di criticità - quali le aggressioni al personale o i litigi tra detenuti - ma questi costituiscono delle gravissime sì, però eccezioni. Le criticità, del resto, esistono in ogni comunità specie se costituita da persone con problematiche che, come nel nostro caso, la detenzione acuisce ancora di più. Fatta questa necessaria premessa, va detto che esiste all’interno del carcere un quotidiano, un ordinario nell’ambito del quale gli operatori delle diverse aree, secondo un ben preciso mandato costituzionale - e mi riferisco all’articolo 27 della Costituzione - propongono ai detenuti attività che servono al loro recupero e al loro reinserimento. Gli scritti e le opere che presenteremo in questo “spazio” per esempio sono frutto delle attività di arteterapia e di scrittura creativa, proposte all’interno dell’istituto».
«Progetti - continua la direttrice - graditi ai detenuti, che vengono riproposti da anni e che spesso diventano occasioni di elaborazione del proprio vissuto. Credo sia importante che la comunità sappia che i detenuti stanno facendo un determinato percorso all’interno del carcere grazie all’intervento dei nostri operatori e dei volontari così come credo che sia importante per i detenuti ristabilire quasi una “comunicazione” con la realtà esterna. Il carcere ha bisogno dell’attenzione della comunità così come ha bisogno di volontari: ne abbiamo già ma non sono sufficienti. Chissà che questa finestra non incentivi qualcuno a proporsi al carcere per attività di intrattenimento: questo sarebbe un valore aggiunto per noi e per loro».
«Si tratta di attività - spiega Rossella Scattizzi, responsabile dell’area trattamentale del carcere di Cremona -, che rappresentano la nostra quotidianità, che non è solo detenzione, non è solo pena ma anche esperienze diverse che danno modo ai detenuti di sperimentare attitudini...
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