Lo fanno lanciando un appello a recuperare i ritmi e le abitudini che accompagnano la quotidianità della comunità. Un messaggio affidato, prevalentemente, ai social ma che vedrà anche più tradizionali locandine esposte all’interno dei negozi e dei pubblici esercizi. I claim sono quello di “Cremona siamo noi” e “Sosteniamo insieme la nostra città”. “La nostra campagna - spiega Vittorio Principe presidente provinciale di Confcommercio Cremona – vuole essere un invito a comportamenti responsabili da contrapporre alla psicosi collettiva e all’allarmismo eccessivo di questi giorni. Occorre sì attenzione, ma sarebbe autolesionistico e immotivato alimentare una paura che si traduce in comportamenti irrazionali come l’assalto ai supermercati, quasi ci dovessimo preparare ad una nuova guerra mondiale. Facciamo appello anche alla responsabilità di tutti i media, ad iniziare da quelli nazionali. Che effetto può fare sul cittadino vedere in prima pagina soldati armati, filo spinato e camionette, se non alimentare il timore di una catastrofe incombente? In questo modo si alimenta una imponente onda emotiva che è chiaramente esagerata. Questo senza voler minimizzare il problema e senza venir meno al sacrosanto diritto/dovere di tutelare la salute di tutti noi. Ma adesso è altrettanto responsabilità di tutti ricondurre questi legittimi timori sulla strada del buon senso e della razionalità”.
“Abbiamo lanciato, tra i primi in Lombardia e in Italia, questo appello alla fiducia - dichiara Eugenio Marchesi, presidente delle Botteghe del Centro - interpretando un sentimento comune che, trasversalmente, passa dalle parole del sindaco di Milano, Sala, fino ad arrivare alla gente comune che frequenta i nostri negozi. Tutti, a modo loro, impegnati a testimoniare la volontà di non cedere ad un allarmismo eccessivo, a ribadire la consapevolezza che una città, se si ferma, abdica alla sua stessa identità, alla sicurezza e alla vita delle attività economiche e, conseguentemente dei cittadini. Proprio con questo spirito speriamo di poter confermare, ad inizio marzo, lo Sbaracco”.
“Il nostro manifesto – commenta Paolo Regina, segretario generale della Associazione di Palazzo Vidoni – scaturisce proprio dall’osservazione che la vita di una città nasce dal sistema di relazioni umane, professionali ed economiche. In questo momento, sotto la cenere della psicosi indotta, c’è una gran voglia di riprendere, alla vigilia della primavera, i propri ritmi normali, le abitudini di sempre e la vita sociale che si è paralizzata. Per questo, sotto il Torrazzo, abbiamo immortalato simbolicamente quattro teenagers e la loro voglia di vivere. Abbiamo voluto fissare in una immagine il desiderio di ripartire e di riprenderci la città. “Cremona siamo noi” significa anche questo. La nostra città è bella e non deve cedere alla paura. Anche in questo modo si può testimoniare di una città che non si ferma, ma che riesce ad essere unita e ad affrontare insieme le difficoltà. Ha ragione il Governatore dell’Emila Romagna - continua Principe - quando sottolinea che l'emergenza sanitaria non può trasformarsi, in un disastro per la tenuta economica. Oltre alla necessità di ripresa della normalità, occorre anche fare i conti con i danni che questa situazione ha già provocato. Tutte le attività si trovano ad affrontare difficoltà impreviste in un momento economico già critico. Pubblici esercizi, negozi tradizionali in questi giorni hanno un fatturato praticamente uguale a zero, a fronte di scadenze fiscali, spese per il personale e costi di gestione che non si sono fermati. Per questo occorre che, ad ogni livello, si ponga la giusta attenzione ai temi dell’economia, delle imprese e del lavoro. Confcommercio ha chiesto nei recenti incontri in comune ed in Prefettura interventi concreti per evitare che il Corona Virus mieta vittime, soprattutto, tra le imprese. Sarebbe un gesto di masochismo estremo che non ci possiamo permettere”. Confcommercio e Botteghe sono pronte a ripartire con creatività, passione e impegno. In fondo mai come in questo momento il terziario è necessario per far vivere la città.
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