16 January 2020 23:52
Carlo Cottarelli: «Se le cose vanno male dobbiamo soprattutto biasimare noi stessi. La classe dirigente è lo specchio del Paese»
L'intervista - L’ultimo decennio è stato il peggiore dall’Unità d’Italia: ecco perchè
Se il 2019 è stato problematico, il 2020 non inizia sotto i migliori auspici, a meno che l’intero Paese - a partire dai suoi cittadini - non si faccia un esame di coscienza. A sostenerlo è l’economista cremonese Carlo Cottarelli che, nella consueta intervista mensile rilasciata a Mondo Padano spiega perchè la crisi non deve essere un alibi e perchè, al netto della crisi, il cammino dell’Italia, nell’ultimo decennio, sia stato appesantito da fardelli che ci portiamo appresso da molto tempo e che nessuno, non la classe dirigente, ma nemmeno l’opinione pubblica, è mai stato disposto a mettere in discussione. «Prima di tutto - inizia Cottarelli - c’è un fatto: noi cresciamo ormai da vent’anni uno 0,8% in meno rispetto a quanto fanno gli altri Paesi. Poi, nell’ultimo decennio, fra il 2011 e il 2012, c’è stata anche la botta che ha colpito l’area dell’euro. La domanda da porsi è perchè l’Italia abbia risentito più di altri Paesi della crisi del 2011 e del 2012. Per cercare di comprendere la situazione in cui ci troviamo bisogna capire perchè, in generale, l’Italia cresca meno di altri Paesi e perchè siamo più fragili. Le debolezze strutturali della nostra economia, in una situazione in cui abbiamo avuto anche qualche difficoltà ad adattarci all’euro, hanno avuto come conseguenza quella di aumentare la nostra vulnerabilità...
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