Ad oggi a distanza di tre anni nulla di diverso e nuovo rispetto ad una situazione che non ha trovato chiarezza rispetto a quanto avviato alla Legge “Delrio” – ha precisato il Presidente della Provincia di Cremona Davide Viola nel corso dell’incontro richiesto dalla parte Sindacali con il Personale dell’ente sulla situazione odierna della Provincia. – Con le scarse risorse a disposizione rimane poco da programmare. Tuttavia pur in tale difficoltà generale, qui ho trovato personale molto preparato e servizi efficienti, anche nell’ottica della Provincia come casa dei Comuni. Oggi vi è uno squilibrio di 650 milioni di euro a livello di Province italiane, rappresentati anche al Presidente della Repubblica da parte di UPI. Tuttavia non vi sono ad oggi necessarie risorse. Anche quest’anno il termine del 30 giugno, termine utile per la presentazione del bilancio si avvicina e l’incertezza domina, pur valutando i differenti aspetti tecnici-economici possibili”.
Per quanto riguarda il riordino organizzativo generale sono aperti tuttora percorsi con Regione Lombardia, con la ridefinizione di alcune deleghe, ma non vi è ancora nessuna certezza. I temi fondamentali,tuttavia, sono due: una la componente economica, per metterci in condizione di svolgere le funzioni fondamentali e l’altro di dare una prospettiva all’Istituzione, anche per “cosa” dovrebbe esser la Provincia in futuro; le questioni devono avere un’altra dimensione e logica, così come è necessaria una struttura più leggera ed una diversa presenza dell’organo politico”.
“Difficoltà che sarebbero notevolmente amplificate per il mantenimento dei servizi sul territorio, se il bilancio non venisse chiuso. Da una parte vi è uno Stato che non ci dà risorse per svolgere le nostre attività e dall’altra la Regione Lombardia con cui trattare ogni anno le risorse per le funzioni delegate” – ha precisato Viola.
Forti preoccupazioni da parte delle Rsu e dipendenti presenti, tra cui quelli per i servizi per il lavoro (per l’applicazione del Dlgs. Nr. 150), soprattutto riguardo il futuro dell’Ente, anche in relazione alle risorse economiche necessarie, alla formazione, alla gestione delle proprie funzioni.
Necessario conoscere in anticipo, rispetto all’incertezze del momento, le scelte per il personale.
“La situazione è come quella di un pittore che cerca di dipingere un quadro e gli spostano la tela – ha concluso Viola – Siamo stati in un limbo sino ad oggi ed ora regna l’incertezza in tutte le Province d’Italia. Quando lo Stato trova risorse per altre cose e non quelle minime necessarie per le Province penso che la volontà del Governo sia purtroppo chiara, ma dobbiamo ricevere risposte, in termini istituzionali, chiare anche rispetto al vigente titolo V della Costituzione”.
Sotto il profilo delle attività e delle funzioni della Provincia non è cambiato nulla rispetto al passato, se non che, già prima del referendum, l’agricoltura è ritornata alla Regione Lombardia ed altre funzioni delegate regionali sono oggetto di riattribuzione. Quindi le Province ad oggi svolgono complessivamente le stesse funzioni di prima, ma con personale ridotto e risorse finanziarie sempre più tagliate, tanto da mettere in totale stallo gli Enti. Se da un lato le Province hanno piena titolarità normativa e costituzionale, dall’altro non le vengono riconosciute adeguate risorse economiche per poter funzionare. Nonostante un recente accordo con Regione Lombardia ed Anas per la cessione di parte del reticolato stradale provinciale (circa 240 Km su 880 Km complessivi) , la restante parte è tutta nostra e grava sul bilancio in modo considerevole, così come l’intero patrimonio scolastico provinciale delle Scuola Superiori. Ad oggi il numero dipendenti è: 304 in totale, di cui 148 per funzioni fondamentali (36 ambiente, 83 viabilità, 14 territorio-trasporti, 1 rete scolastica e 14 patrimonio), 19 sulle funzioni delegate, 13 polizia locale provinciale, 55 nel mercato del lavoro e 69 su funzioni trasversali (segreteria, personale, ragioneria ecc...).
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