Una lettura dello stato e delle dinamiche del mercato del lavoro provinciale nel 2014 sulla base dei dati ISTAT e delle Comunicazioni Obbligatorie oltre ad un’analisi della domanda di lavoro nel territorio provinciale attraverso il web: questo quanto presentato in sala Consiglio della Provincia di Cremona, promosso dal Settore Lavoro, alla presenza del presidente Carlo Vezzini e Mario Mezzanzanica, docente del Dipartimento di statistica e metodi quantitativi dell’Università degli studi di Milano Bicocca e direttore scientifico del CRISP (Università degli studi di Milano Bicocca), oltre al dirigente di settore Dario Rech con la funzionaria Francesca Majori.
Il presidente della Provincia ha rilevato come: “ l’incontro sul mercato del lavoro, quest’anno, arriva in un momento speciale per la vita delle Province. Le Province, infatti, in base alla nota legge “Delrio”, non hanno più dirette competenze sul lavoro”.
In teoria, dunque, dal 1° gennaio di quest’anno avremmo dovuto sospendere tutti gli interventi sul lavoro: chiudere i Centri per l’impiego, smettere: di erogare i servizi ai lavoratori e alle aziende,di programmare e progettare attività, di ricercare fondi per erogare i servizi ai disoccupati, di fare analisi per conoscere meglio il mercato del lavoro, di istruire le richieste di cassa integrazione in deroga, di collaborare alla gestione delle crisi aziendali, di fare orientamento e tutti gli interventi per avvicinare la scuola al mondo del lavoro, insomma, smettere tutto quello che quotidianamente la Provincia fa sul tema del lavoro. Tutte queste attività dovrebbero essere fatte da “altri”. E questi “altri” avrebbero dovuto cominciare dal 1° gennaio 2015.
Appunto. “Avrebbero dovuto”.
Dunque, fino a quando la Costituzione non viene modificata (e il processo di modifica è appena iniziato) e fino a quando non si costituisce l’Agenzia, non se ne parla proprio di un trasferimento delle competenze provinciali sul lavoro all’Agenzia. “Nell’incertezza della tempistica e nella certezza dei tagli a fondi e personale, la Provincia di Cremona, diversamente da altri ha deciso di continuare ad erogare servizi ai cittadini relativamente ad una tematica così rilevante per la nostra comunità” – ha concluso il presidente Vezzini
E’ intervenuto poi il docente Mario Mezzanzanica, che ha presentato il rapporto (che sarà messo on line sul sito www.provincia.cremona.it) nel quale emerge come, sulla base dell’analisi campionaria Istat, la Forza Lavoro negli anni presi in considerazione 2012 e 2014, nel raffronto provincia di Cremona e Regione Lombardia, il tasso di occupazione (in base alla fascia di età occupabile) sia rimasto attestato intorno al 64,7% mentre quello regionale intorno al 64,5%, maggiore di +1,3% però rispetto al peggior anno, che è il 2013.
Vi è quindi nel 2014 un timidissimo segno di ripresa sul mercato del lavoro.
Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione vediamo come nel 2007, anno prima della crisi, questo in provincia di cremona era pari ad un 4% mentre a livello regionale lombardo era pari a 3,7%; ora nel 2014 tale tasso in provincia di Cremona si attesta al 7,6% mentre a livello Lombardo sull’8,2%.
Invece sulla partita che riguarda i “Dati di flusso – Comunicazione Obbligatoria – Anno 2014” abbiamo sul nostro territorio 93.174 eventi (considerando eventi gli avviamenti, cessazioni, proroghe contrattuali) mentre tali eventi erano 87.910 nel 2013.
Ciò significa che vi sono stati più assunzioni?
In realtà vi sono stati nel 2013 circa 38.000 avviamenti e nel 2014 40.000 ma vi sono state contestualmente nel 2013 ben 40.109 cessazioni e 41.774 nel 2014.
Sono quindi cresciuti gli avviamenti così come le cessazioni e l’80% dei contratti hanno carattere temporaneo in tale periodo. Relativamente agli avviamenti emerge l’industria, a seguire agricoltura e commercio, trend negativo per le costruzioni.
Previsione?
Al momento non rosee basandosi su una serie di considerazioni che si fondano sull’indice di fiducia delle imprese e, per la provincia di Cremona, purtroppo la vision è negativa: ovvero si pensa a fine anno ad un possibile – 6,8% in termini di avviamenti ed un +3,6% di cessazioni, ma si sa, son previsioni.
Tuttavia vi è da dire che nei primi mesi del 2015 anche in base alla riforma relativa alla riduzione degli oneri sociali rispetto alla contrattazione ed al Jobs Act vi è un +20% del tempo indeterminato (rispetto al 2013) ed un –23% dei cococo e –2% del tempo determinato.
Non più posti di lavoro ma redistribuzione delle forme contrattualistiche.
Nel periodo gennaio – febbraio 2015 proprio in base alla riforma del lavoro il dato complessivo vede in Lombardia una sostanziale tenuta rispetto al 2013, con un +2% degli avviamenti, favorendo la tipologia del tempo indeterminato rispetto ai contratti a progetto.
Un trend verso forme di lavoro a tempo indeterminato che non si avvera per Cremona, per Brescia e Lodi, che mantengono per lo più in generale una tendenza verso forme di lavoro non a tempo indeterminato. Perché? Vi son fattori molteplici: dalla struttura delle imprese al fattore innovazione e tecnologia e dimensioni delle aziende, ma anche lo strascico che ha lasciato la crisi con la forte paura nel gettare “il cuore oltre l’ostacolo”, che pervade ancora molte realtà imprenditoriali locali.
“Questo è uno dei momenti storici più propizi – ha precisato il docente Mario Mezzanzanica – riduzione costo del denaro, quasi parità euro/dollaro, maggior capacità dell’export, momento che ha tutte le premesse per una reale ripresa, a patto che le politiche sostengano tale momento e tali dinamiche”.
Discorso a parte per “gli annunci del lavoro sul Web”, circa 700.000 quelli analizzati in due anni e su 5.400 annunci a livello locale abbiamo un +64% (di annunci) nel secondo semestre del 2014 rispetto ad ugual periodo del 2013, con più alta percentuale su Crema, poi Cremona e Casalmaggiore.
Il 71% si riferiva a contratti temporanei e principalmente nell’industria (58%).
Le figure più ricercate in provincia di Cremona? Per esempio i tecnici delle vendite piuttosto che figure impiegate nella distribuzione od ancora i disegnatori tecnici, spedizionieri e tecnici programmatori.
In particolare per il disegnatore tecnico tra le competenze di base si ricerca la lingua inglese ed esperienza informatica, invece tra le sue soft – skill sono richieste attitudini personali tra cui carisma, precisione, affidabilità; per le skill professionali certamente l’uso e conoscenza di cad, autocad, inventor etc.
Sul sito www.provincia.cremona.it sarà pubblicato il rapporto completo.
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