bio aiuto per lo sviluppo»
Pieno sostegno all'iniziativa di realizzare un distretto rurale nel territorio dell'Oglio Po – area di confine, ma 'omogenea', a cavallo tra le province di Cremona e Mantova – è stata espressa dall'assessore regionale all'Agricoltura Gianni Fava, che è intervenuto alla presentazione dello studio 'Bioagricoltura nell'Oglio Po, organizzata dai consiglieri regionali Agostino Alloni e Marco Carra, oggi, in Regione.
AGGREGAZIONI ANCORA PREMIATE – «Un'idea che condividiamo e che contribuiremo a realizzare – ha assicurato l'assessore Fava -, ma che da subito collego alle nuove modalità di sostegno del biologico nell'ambito della Pac, che dovrebbe vedere la luce il 20 novembre prossimo al Parlamento europeo». «In attesa che si concretizzino i contenuti di quest'ultima – ha aggiunto Fava – ricordo che la programmazione sul biologico non coincide con quella prevista sulle misure agroambientali, ma necessita di una misura specifica. Misura che può essere finanziata con 'premialità' che riguardano il tema delle aggregazioni: dalle organizzazioni di prodotto, alle forme consortili o, appunto, ai distretti». Modelli, quelli aggregativi, che, a prescindere dalla territorialità, sono avvantaggiati per l'assegnazione di contributi rispetto ai soggetti singoli. «La nascita del distretto è una modalità positiva – ha confermato l'assessore –: mi auguro avvenga in tempi rapidi. Se tutto fila liscio, al di là dei ritardi sui Piani di sviluppo rurale da parte del Governo nazionale, noi vogliamo pubblicare i bandi entro la prossima primavera, in modo da assegnare i contributi entro l'autunno, in salvaguardia rispetto al 2014». Senza perdere un anno, quindi. «Per noi – ha detto Fava – l'applicazione del Psr vale dal 1 gennaio 2014».
CONTRIBUTO A EXPORT – «Si tratta di un soggetto che può contribuire all'internazionalizzazione dei prodotti in giro per il mondo – ha detto Fava –, utile in un momento in cui il vero sviluppo è nella capacità di esportare. Il distretto fa promozione, lavora per razionalizzare i costi della vendita e per la ricerca di specificità che escono dal proprio territorio sotto la forma di autoconsumo e rientrano come acquisti anche da mercati lontani».
OLTRE 1.500 OPERATORI – «Un progetto nato la scorsa legislatura – ha ricordato Marco Carra –, che esprime la tradizione di coltivazione biologica della zona dell'Oglio Po, per realizzare il quale contiamo sul sostegno dell'assessore regionale, che ha aderito subito all'iniziativa. Nonostante la superficie agricola sia scesa sotto il milione di ettari in Lombardia, la provincia di Cremona ne conta ancora 200.000, mentre sono 1512 gli operatori biologici in regione, tra produttori e trasformatori. È importante contare su agevolazioni e priorità, per accedere alle misure comunitarie previste, ma che si possa anche esprimere la capacità di fare aggregazione, con un occhio a nuovi potenziali segmenti di vendita». «L'iniziativa che punta al nuovo riconoscimento – ha ricordato Agostino Alloni – prende spunto da alcuni provvedimenti di Giunta regionale in base ai quali sono stati già riconosciuti circa 20 distretti agricoli e rurali. Perché il distretto rurale biologico? Per dare un contributo allo sviluppo sostenibili di un territorio e favorire una produzione ecosolidale che trova in quella zona una collocazione naturale».
ANCHE I GAL COINVOLTI – E in relazione al tema dei Gruppi di azione locale, Fava ha nuovamente ribadito la sua ben nota posizione. «Credo che i Gal rappresentino una scelta giusta, se saranno in grado di lavorare su un progetto vero, che attendiamo dopo la presentazione dello studio di oggi. I nostri uffici sono a disposizione». Per quanto riguarda numeri e razionalizzazione delle risorse «sarò costretto a ridurli dagli attuali 16 ai 10». Dunque, territori più ampi e dotazioni finanziarie non meno importanti. «Tra i 50 e i 55 milioni di euro, secondo la programmazione settennale del Psr – ha ricordato Fava –, con l'auspicio che vadano interamente alle attività del sistema agricolo». Compresa la promozione dei prodotti. «Anche l'Oglio Po dovrà diventare elemento funzionale e ideale per dar vita a un progetto di grande valenza – ha concluso l'assessore –, dove i distretti rappresentano connotazioni naturali dei territori e omogeneità delle produzioni piuttosto che espressioni di divisioni politiche».
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