Non siamo a Miami, ma poco ci manca. Perché, a giudicare dalla qualità di barche e motoscafi realizzati dai Cantieri Capelli, anche Cremona è un punto di riferimento per le imbarcazioni di lusso.
L’azienda, che ha sede a Spinadesco, è cresciuta molto negli anni tanto da arrivare oltreoceano, con la partecipazione ai più importanti saloni nautici internazionali: Parigi, Cannes, Barcellona, Goteborg, Helsinki, Gent, Stoccolma, Oslo, Londra, Southampton, Düsseldorf, Lisbona, Atene, ma anche Montreal, Dubai, Sydney, Miami e tanti altri saloni. I cantieri cremonesi contribuiscono per una fetta importante alla produzione nel settore nautico, dove la Lombardia rappresenta il 30% delle industrie italiane e occupa il 26% degli addetti a livello nazionale.
Era il 1974 quando Davide Capelli, carrozziere con la passione per la pesca, decise di costruire il modello in metallo di un’imbarcazione da fiume a fondo piatto. Il desiderio di cambiare lo portò a scegliere di chiudere l’officina e costituire una nuova piccola realtà, Ccs “Cantiere Costruzione Scafi”. La sede era il garage di casa adibito a capannone e il numero dei dipendenti arrivò a tre quando il figlio Umberto si unì definitivamente all’organico.
L’ambizione, la curiosità e l’energia del giovane Umberto portarono l’azienda ad avviare la produzione di canoe esposte al Salone Nautico di Genova dal 1983. La nuova prospettiva consentì all’azienda di compiere il passo decisivo: la costruzione di imbarcazioni con chiglia marina. E grazie alla collaborazione con tecnici specializzati si sviluppò nel 1986 la prima imbarcazione per il mare, il Junior 470. Al Salone di Genova di quell’anno, Capelli riuscì a ottenere 100 ordini di barche. Divenne dunque necessario trasferirsi in uno spazio più grande, il capannone di 300 metri quadrati di Spinadesco. È nata così la Cantieri Capelli. Parallelamente all’evoluzione dell’azienda, anche Nunzia, la sorella maggiore di Umberto, si è unita all’azienda.
Mentre la gamma barche rigide cresce, in pochi anni nascono sei nuovi modelli da 15 a 24 piedi.
«Nel 1993 è stato introdotto un nuovo prodotto – spiega Umberto Capelli -, il gommone con chiglia rigida e tubolare in gomma. Nel frattempo, ci siamo allargati all’estero: abbiamo lanciato nuove linee e stretto alleanze con le case di motori europee, tra cui Yamaha Motor Europe». Nello stesso periodo, i vertici dell’azienda decidono di sperimentare nuove strade dal punto di vista produttivo con la scelta di delocalizzare la produzione in Tunisia.
Nel ‘97 è stata aperta un’unità produttiva per i gommoni a Monastir, nel nord-est del Paese.
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