«Il 2013 rischia di essere devastante»
Montagni: «Le aziende abbandonate a se stesse»
Il nemico pubblico numero uno si chiama burocrazia e tassazione. Un ostacolo che gli artigiani cercano di rimuovere da tempo cercando l’aiuto di uno Stato che ha sempre fatto orecchie da mercante. «Dopo quattro anni di crisi pesantissima – esordisce Massimiliano Montagni, presidente della Cna di Cremona - ci aspetterremmo un governo solidale. Invece, anche in questa circostanza così drammatica, poco o nulla è stato fatto per alleviare le nostre sofferenze. Il consueto opprimente carico di incombenze burocratiche ha fatto il resto». Anche il 2012, per le imprese artigiane, si è chiuso con un risultato negativo e anche in questo primo scorcio dell’anno la musica sembra essere la stessa, se non addirittura peggiore con una crescita vertiginosa di aziende che iniziano a licenziare o a fare ricorso alla cassa integrazione. «Non abbiamo bisogno di promesse roboanti – prosegue Montagni - ma di interventi immediati, magari più piccoli, ma subito ‘cantierabili’. Lo dico da presidente della Cna ma anche da artigiano che ha una piccola attività con sei dipendenti». La sofferenza degli artigiani è un lascito di questa congiuntura economica che non accenna a diminuire, per di più acuita dall’adozione di misure draconiane che hanno ulteriormente depresso l’economia. «Non hanno aiutato alcuni provvedimenti come la riforma Fornero che ha imposto, anche giustamente, per chi è in cassa integrazione, l’obbligo di frequentare corsi di formazione. Peccato che non ve ne sia uno di qualche utilità per chi ha alle spalle venti o trent’anni di esperienza. Una beffa nella beffa è poi data dal fatto che «l’unico corso davvero utile, quello relativo alla sicurezza sul lavoro, è a pagamento». Insomma, ribadisce Montagni, le imprese si sentono abbandonate, quando non addirittura prese in giro. «La scarsa cultura imprenditoriale della nostra classe politica rappresenta forse la cosa peggiore per chi, giorno dopo giorno, lotta per tenere aperta la propria attività imprenditoriale, addirittura più dolorosa della crisi economica».
Fra i capitoli più spinosi che attendono risposte c’è quello delle infrastrutture «che si devono fare» anche perchè, in Italia, il costo dei trasporti è eccezionalmente alto. Positiva, invece, la collaborazione col Comune di Cremona sul Pgt, «che ci ha permesso di esprimere le nostre idee sui programmi dell’amministrazione» fra i quali è stata apprezzata l’iniziativa relativa alla nuova area artigianale che sorgerà in via Mantova, alle porte della città, un passo nella giusta direzione anche se, forse, iniziative come queste dovevano essere fatte anni fa quando, in una fase di espansione dell’economia, sarebbe stato più facile attirare nuove imprese e favorire lo sviluppo di quelle esistenti». Ma tant’è. Non manca una considerazione sulla necessità di avere maggiore voce in capitolo. A questo riguardo, la scelta di dare vita a Rete Imprese Italia «ha fornito alle nostre istanze quella voce che prima non avevano». Un percorso da proseguire anche a livello locale. «Con la Libera Artigiani, in particolare, si è sviluppato un confronto proficuo che ha fatto emergere la necessità di fare sistema» anche se Montagni non nasconde come questo percorso di avvicinamento sia ancora lungo e come a volte manchi il tempo «per trovarsi e per delineare insieme una strategia comune». A breve le quattro associazioni che rappresentano l’artigianato avranno occasione di confrontarsi in vista del rinnovo del consiglio camerale. Secondo Montagni, comunque, «già oggi il mondo dell’artigianato vanta una rappresentanza di tutto rispetto che trova nel vicepresidente il suo esponente più in vista. «Vedremo come andrà a finire – dichiara – ma ad ogni modo l’importante è avere un peso adeguato nella giunta camerale per far valere le proprie istanze».
Expo 2015 – «Sicuramente - osserva il numero uno della Cna - questo territorio avrebbe molto da dare, a cominciare dalla liuteria che vede nel Museo del Violino il centro nevralgico di un patrimonio che dobbiamo comunicare all’esterno. Ritengo che come Rete Imprese Italia dovremmo chiedere agli organizzatori dell’Expo di studiare un progetto ad hoc che permetta a Cremona di recitare un ruolo da protagonista».
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