è un rebus senza soluzione
Abbandonata a se stessa e da se stessa. È una Cremonese a corto di alibi quella uscita dallo Zini con un altro pareggio che odora di sconfitta. Doveva essere la domenica della riscossa, in stile tigrotti della Malesia. È diventata la solita domenica da bruciori di stomaco e cucchiaiate di magnesia. Sotto il 2-2 rimediato con la Carrarese c'è una squadra in crisi d'identità, ripiegata attorno ai suoi incubi. In vantaggio di due reti a meno di dieci minuti dal termine (gol di Martina Rini e Casoli in avvio di partita), la squadra di Torrente ha perso la bussola, compromettendo tutto in una manciata di secondi. Il mondo attorno alle convinzioni dei grigiorossi si è sgretolato fra il 38' e il 40' della ripresa. Una manciata di secondi utilizzata da Nikodijevic per approfittare di un liscio di Minelli e infilare Bremec con un colpo di testa mirato e da Belcastro per insaccare alle spalle del portiere con una botta dal limite dell'area. Ma non può essere solo la paura (di che?) ad aver paralizzato una squadra che stava gestendo il risultato senza soffrire. Improvvisamente la Cremonese si è fatta rebus, dubbio amletico, materia da psicanalisi. E finché non si troverà il libretto delle istruzioni per risolvere la madre di tutte le questioni, la ridda di congetture su tattica, schemi, moduli e qualità del gioco resterà il passatempo perfetto per eludere il problema. Contro i toscani la Cremonese aveva piazzato le trappole al posto giusto e i tre punti già a metà del primo tempo sembravano inscatolati. Torrente ha cambiato registro ai suoi, avvicinando Carlini a Brighenti e proiettando Palermo alle spalle dei due. Una mossa che ha dato frutti pressoché immediati, con il centrocampista a raccordare la manovra, facendo da ponte fra le due fasi. Uomo ovunque, Palermo ha tamponato falle in ripiegamento e dispensato suggerimenti accorti in impostazione. In mediana Martina Rini è andato a far compagnia a Loviso, con Carlini e Casoli a supportare l'azione sulle corsie laterali. Un assetto che ha limitato la spinta dei terzini, ma ha garantito comunque giocate pericolose anche per l'intensità con la quale la Carrarese è stata pressata.
In difesa il rientro di Minelli va annotato fra le cose positive. Nonostante la condizione da migliorare - il centrale è reduce da un lunghissimo infortunio - e le relative smagliature che discendono dal fatto di non essere al top, il capitano ha mostrato di essere un valore per questa squadra alla ricerca di se stessa. E con Abbate - fra i migliori visti in campo -, si candida al ruolo di titolare inamovibile. La Cremonese ha ritrovato anche Bremec fra i pali. Il portiere è risultato determinante in chiusura di tempo, fermando Mancuso, e si è inchinato imponente nel finale davanti agli assalti della Carrarese.
Pedine d'esperienza che avrebbero dovuto garantire la buona riuscita dell'operazione riscatto. Invece i grigiorossi si sono complicati la vita gestendo male qualche ripartenza - nel secondo tempo un'occasione di Palermo e un tiro da fuori di Loviso solo le uniche tracce concrete del loro passaggio dalle parti di Nodari - e lasciando ai toscani di Remondina l'illusione di non essere ancora fuori dal match.
Perso Martina Rini per un guaio muscolare (al suo posto Baiocco, decisamente sottotono), anche i cambi non hanno aiutato Torrente con Francoise mai incisivo nella mezz'ora disputata e Caridi entrato proprio un attimo del blackout che ha inghiottito squadra e vittoria.
Ripartire sarà più difficile del solito. Se nemmeno la settimana trascorsa ad allenarsi nel campetto dietro la Sud è servita a dare la scossa, difficile pensare che i tre impegni ravvicinati con Vicenza, Venezia ed Entella possano in qualche modo rilanciare l'immagine di una Cremonese dall'anima fragile. E il rischio della disaffezione totale dello Zini, che ha salutato l'uscita dal campo dei grigiorossi con il classico "andate a lavorare", rischia di diventare il male peggiore per un gruppo giocatori intrappolati nei propri demoni.
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