Ora a Vicenza vediamo di che pasta siamo fatti»
Palermo e Abbate: «I fischi dello Zini fanno male»
Ai confini della realtà… Matteo Abbate coglie lo spunto e conferma: «Tra le partite che ho giocato questa è quella con il risultato più incredibile». Simone Palermo, qualche minuto dopo, confermerà: «Ma nemmeno tra i pulcini, mi è capitato di vivere un finale di questo tipo. E’ una partita che poteva finire con 5 gol di scarto». In effetti, a 10 minuti dalla fine, sul 2-0, sembrava che la massima preoccupazione di Torrente fosse quella di preservare Casoli dalla doppia ammonizione (sfiorata in un paio di situazioni). «Non c’era alcuna avvisaglia - spiega Torrente - altrimenti avrei potuto mettere un difensore. Invece ho scelto Francoise per dare profondità all’azione e Caridi per difendere e gestire la palla». Torrente se la prende soprattutto sul secondo gol: «Calcio da fermo, palla lunga e abbiamo preso un gol incredibile. Di solito abbiamo uno o due uomini al limite dell’area pronti a intervenire sulla respinta, ma in quel momento non c’era nessuno».
Sia Abbate che Palermo sottolineano come la squadra abbia dato tutto: «Nessuno di noi ha mai risparmiato una goccia di sudore», dice il centrale difensivo». Palermo sottolinea il concetto con più forza: «Ho visto 11 uomini lottare fino alla fine e mi fa male essere uscito tra i fischi».
«Non per attaccarmi all’arbitro -prosegue Abbate - ma sul loro secondo gol, Avogadri ha colpito di testa, ma è stato spinto alle spalle. Poi, alla fine, mi è sembrato evidente il fallo da rigore su Brighenti. Non so, sembrava quasi che l’arbitro ci tenesse a movimentare la partita: il 2-0 era noioso anche per lui e ha cercato di farsi notare».
L’unica vera autocritica riguarda il controllo del gioco. Torrente spiega: «Nell’intervallo ho detto ai ragazzi che la partita dovevamo chiuderla. Comunque per un’ora la squadra è stata aggressiva e concentrata e non vedevo pericoli di sorta. Poi, il ritmo è calato e abbiamo lasciato un po’ troppo il pallino agli avversari. Ci sta, comunque, loro erano in doppio svantaggio e dovevano pur cercare di far qualcosa. Dopo il gol del 2-1, siamo stati presi dalla paura e siamo andati in confusione. Altre giustificazioni? Non so. E’ ricorrente dire che l’avversario ha fatto 3 tiri in porta e segnato 2 volte. Abbiam perso Martina Rini che stava giocando bene e aveva appena segnato. Ho messo Baiocco per avere una buona copertura a centrocampo, ho insistito con il vertice di centrocampo alto per non fare arretrare la squadra. Ma siamo troppo fragili mentalmente, basta la minima avversità per abbatterci. Il nostro problema è la testa, la paura che ci prende. Comunque, sono altri 2 punti persi, inutile girarci attorno, così come domenica scorsa a Pavia. Venerdì andiamo a Vicenza, è una partita di cartello, dobbiamo dimostrare di che pasta siamo fatti». Anche Abbate pensa già a Vicenza: «Dobbiamo andare là per vincere e per rilanciarci».
Gianmarco Remondina, tecnico della Carrarese, spiega che la mossa vincente - che naturalmente si rivela tale solo alla fine – è stata quella di tenere la squadra coperta sul 2-0: «Abbiamo cambiato ripetutamente modulo, fino alla fine, quando dovevamo per forza rischiare. E’ vero, potevamo anche andare sul 3-0 per la Cremonese nel loro momento migliore, ma se alla fine Tognoni non sbaglia il controllo, si trova solo davanti al portiere…».
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