scacco matto (per procura) all’Occidente
L’espressione “terza guerra mondiale a pezzi”, utilizzata da Papa Francesco nel 2014 , riecheggia più che mai minacciosa, fosco presagio, mentre le cronache quotidiane ci trasmettono l’immagine di un mondo impazzito. A un ritmo indiavolato, si aggiungono le tessere del puzzle planetario dove cresce, quasi di ora in ora, il numero del conflitti e dei Paesi convolti. Un risiko “moderno” dove si moltiplica il numero degli attacchi, un proliferare di focolai che non risparmia nessun continente: attualmente, il numero delle guerre in corso risulta essere il più alto dal 1945 e l’Onu ha “censito” la presenza di circa 2 miliardi di persone che vivono in aree interessate da scontri armati. Conflitti convenzionali, come per Russia e Ucraina, o asimmetrici, come nel caso di Israele, costretto a difendersi dall’attacco di un’organizzazione terroristica che, però, è ben radicata nella società. Uno scenario estremamente problematico e preoccupante, frutto della «sfida per l’egemonia planetaria fra Stati Uniti e Cina, con la Russia sulle spalle di Pechino» - ricordava l’analista geopolitico Dario Fabbri il 29 dicembre proprio dalle colonne di Mondo Padano, dove nessuno sembra in grado di decelerare o tantomento imprimere un colpo di freno per rimettere in sicurezza un convoglio lanciato a tutta velocità verso il baratro. Uno scenario che più di un osservatore inizia a considerare fuori controllo, mentre le grandi potenze sembrano quasi non valutare appieno i rischi di una situazione che non solo potrebbe avere gravi ripercussioni a livello sociale ed economico (le vittime di questi conflitti, evidentemente, hanno un peso specifico quasi irrilevante), ma sfociare in una vera e propria guerra totale. Per questo abbiamo chiesto al generale di Corpo d’Armata Giorgio Battisti di analizzare le conseguenze di questa escalation e le minacce che gravano sull’Occidente, sempre più nel mirino e sotto attacco...
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