Cremona schiera
un dream team
Francesco Buzzella è il nuovo Presidente di Confindustria Lombardia. Giovedì 30 settembre, all’Adi Design Museum di Milano, si è tenuta l’assemblea che ha eletto il proprietario della Coim di Offanengo al vertice degli industriali lombardi. «Rappresentare tutta l’industria lombarda, in una fase storica così decisiva per il futuro economico e sociale della nostra regione e dell’Italia, è un grandissimo onore e una forte responsabilità - ha dichiarato Buzzella a margine dell’elezione. «Per affrontare le sfide e i cambiamenti che ci attendono le peculiarità che contraddistinguono la nostra industria - laboriosità, qualità, capitale umano, collaborazione pubblico-privato, fiducia nei giovani – devono continuare ad essere il nostro punto di forza. Queste sono caratteristiche che hanno fatto grande l’industria lombarda e che continueranno a guidarci negli anni a venire, anni che vorrei fossero all’insegna del più puro orgoglio lombardo».
Il neo presidente ha ben chiara l’enorme portata delle tante sfide che abbiamo di fronte come sistema-Paese, che deve aprirsi al futuro facendo gioco di squadra, perchè questo è l’unico modo di riuscire a superare le prove che abbiamo dinnanzi. Già, fare gioco di squadra, saper puntare su ciò che unisce, invece che arenarsi di fronte a ciò che divide, rappresenta, oggi più che mai, un imperativo categorico, anche per il nostro territorio, storicamente litigioso e incline a lacerarsi su tutto.
La nomina di Buzzella al timone di Confindustria Lombardia si aggiunge a quella di Giovanni Bozzini, da pochi giorni numero uno della CNA Lombardia e agli incarichi già ricoperti ai vertici delle rispettive organizzazioni regionali da Paolo Voltini (Coldiretti), Riccardo Crotti (Confagricoltura) e Berlino Tazza, presidente di Sistema Impresa Lombardia, rappresentano: insieme a Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia, il nostro territorio esprime un dream team di eccezionale spessore, un’occasione forse irripetibile per fare sentire la nostra voce (e rivendicare le nostre istanze), sui tavoli che contano, a partire dal “Patto per lo Sviluppo” lombardo.
Già, perchè questo organismo, nato il 19 settembre 2001, impegna la Regione, le organizzazioni economiche, sindacali, professionali e sociali a cooperare e agire insieme per dare vita ad azioni condivise. I soggetti che compongono il “Patto” sono una trentina: a partire da questa settimana, ben sei organizzazioni, sono guidate da un cremonese. Non avendo un proprio rappresentante nella giunta lombarda (anche se il nostro territorio può contare su un pezzo da novanta come Pier Attilio Superti, potente vicesegretario generale della Regione, uno degli uomini più ascoltati dal Presidente Fontana, nda), la nostra provincia esprime ora, a livello economico, una rappresentanza ben superiore al peso specifico riassunto dai numeri. Una “scala reale” da giocare al meglio, anche per riequilibrare la scarsa attenzione che in passato la Regione ha riservato al sud Lombardia, talora - a onor del vero - anche a causa della nostra endemica incapacità di fare sintesi e di riuscire a parlare con una sola voce. Vedremo, nei prossimi mesi, se finalmente avremo la forza e la lungimiranza per cambiare passo. Le premesse ci sono tutte. Ma davvero, adesso, non abbiamo più alibi e dipende da noi.
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