Anche i negozi del centro rivendicano il loro diritto al lavoro. Lo riaffermano attraverso un manifesto, pensato da Confcommercio e Botteghe del Centro, che si ricollega con le proteste dei ristoratori e dei pubblici esercizi, in particolare quella del gruppo #possiamodobbiamofarcela#. Una campagna destinata a diventare ancora più attuale con la nuova definizione delle zone rosse che costringeranno la Lombardia ad un lockdown rigidissimo e a una nuova serrata delle imprese. “Tutte le realtà economiche rivendicano il diritto al lavoro. Un diritto che oggi appare come sempre più fragile. Dopo un anno di pandemia le attività sono allo stremo – dichiara Eugenio Marchesi, presidente di Botteghe del Centro - Non ci sono codici ateco che discriminano chi chiude e chi resta aperto, tutti siamo imprese essenziali. Tutte, in questi mesi, hanno investito per garantire la tutela della salute. Legalità e sicurezza sono i valori irrinunciabili che ci guidano”. “La partecipazione così numerosa è stata una bella conferma di un comparto che riesce ad essere coeso, solidale, che esprime preoccupazioni ma richieste con una unica voce, che sta cercando di resistere e non rinuncia alla fiducia nel futuro. Ma pretende di non essere lasciato solo. Ci sono solo due vie: quella delle aperture e quella di ristori adeguati, non elemosine lontanissime dal coprire i costi che ha un’attività anche quando resta chiusa”, spiega Marco Stanga, vicepresidente di Confcommercio Cremona.
“La salute è il primo fronte di questa guerra ed è certamente il bene primario. – dichiara Andrea Badioni - Ma c'è anche il secondo fronte dell'economia. Questa nuova fase di lockdown a macchia di leopardo produrrà danni gravissimi con un costo economico e sociale che non è più sostenibile. Ci troviamo di fronte ad una delle crisi più gravi, difficili e complesse della nostra storia. Serve un piano strategico che vada oltre il perimetro dell'emergenza immediata. Ed è quello che chiedono le imprese. Programmazione e coordinamento - punti critici della capacità del nostro Paese di fare sistema - stanno registrando tutto lo stress dell'impatto della pandemia. Ma bisogna reagire con maggiore determinazione e continuità: perché disperazione e rabbia crescono. Anche in questi ultimi giorni ne abbiamo avuto testimonianze eloquenti. Precauzione, adeguatezza e proporzionalità sono i principi di riferimento per il contrasto dell'emergenza. Principi ineccepibili”. “Questa volta sbagliare è davvero vietato. – conclude Badioni – Già nel 2020 sono scomparse, in Italia, quasi quattrocentomila imprese. E in quest’anno rischiano di essere ancora di più, con conseguenze pesantissime anche sul piano del lavoro. Non possiamo permettercelo. Con il loro appello le attività economiche chiedono si lavori concretamente per scongiurare questo pericolo. In gioco c’è il futuro del Paese”.
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