“Il Polo delle Microalghe raggiunge un importante obiettivo con l’inaugurazione del ‘Parco Bioreattori’, diventando così il Centro di Sperimentazione in Regione Lombardia, aperto a collaborazioni nazionali ed internazionali, per lo sviluppo di tecnologie innovative e progetti imprenditoriali basati sull’impiego di microalghe. Le tecnologie microalgali rappresentano una risposta ad esigenze specifiche del territorio in materia ambientale, una potenziale opportunità per integrazioni del reddito nel settore agricolo e lo sviluppo di mercati innovativi nel settore dell’economia circolare. Con questo Parco vogliamo così confermare l’impegno dell’Istituto a sostegno della ricerca per uno sviluppo sostenibile”.
Con queste parole Ettore Prandini, Presidente dell’Istituto Lazzaro Spallanzani di Rivolta d’Adda (CR) ha inaugurato il nuovo Parco Bioreattori del Polo delle Microalghe, progetto coordinato dall’Istituto Spallanzani e realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano, l’Università degli Studi di Milano Bicocca, il CREA-ZA di Lodi, la provincia di Cremona, l’ERSAF e la CCIAA di Cremona, e finanziato da Fondazione Cariplo nell'ambito degli "Interventi Emblematici Maggiori" della Provincia di Cremona e cofinanziato da Regione Lombardia.
Il Parco Bioreattori occupa all’interno dello Spallanzani un’area di circa 500 metri quadri completamente dedicata allo sviluppo di tecnologie microalgali, costituita da cinque diverse tipologie di bioreattori - Open Thin-Layer Cascade, Open Raceway Pond, Multilayer Horizontal and Vertical Tubular, Flat Panels e a colonna - un sistema di pretrattamento dei terreni di coltura e differenti metodi di raccolta della biomassa che sfruttano le più avanzate innovazioni per la produzione di microalghe. Alla struttura si affiancano poi quattro laboratori per la ricerca e l’ottimizzazione di metodologie per la crescita delle microalghe, la crioconservazione e le analisi genetiche alla base dell’identificazione dei ceppi algali.
Le microalghe rappresentano un vasto ed ubiquitario gruppo di microrganismi fototrofi ossigenici, fonte di una grande varietà di molecole bioattive di pregio che offrono l’opportunità di valorizzare la biomassa prodotta in differenti settori dalla produzione sperimentale di bioplastiche, mangimi per il comparto zootecnico, fitostimolanti nel settore agricolo, estrazione di pigmenti e molecole di pregio da impiegare nel settore cosmetico. In questo senso, le ricerche promosse dal progetto puntano a sviluppare delle bioraffinerie: una biotecnologia sostenibile ed efficiente capace di fitodepurare reflui zootecnici e trasformare sottoprodotti caseari in prodotti di nuova origine, producendo una biomassa microalgale che andrà ad integrarsi funzionalmente alle altre filiere di vocazione locale.
“Il Parco Bioreattori sarà messo a disposizione delle imprese e della comunità scientifica per favorire l’impiego delle biotecnologie microalgali, promuovendo attività di ricerca, di sviluppo e di servizio. – commenta Marina Montedoro, direttore dell’Istituto. Si aggiunge così un nuovo importante servizio a quelli che il Polo delle Microalghe già offre, mettendo a disposizione competenze ambientali, ingegneristiche, biologiche e genetiche ad enti, aziende e privati per servizi di progettazione, consulenza a supporto della coltivazione di microalghe. In questo modo il Polo delle Microalghe diventerà sempre di più un punto di riferimento e di incontro, anche per i giovani imprenditori che intendono attivarsi nei settori emergenti della bioeconomia promuovendo una produzione sostenibile”.
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