La rivoluzione dell’industria 4.0, che «coniuga l’intelligenza artificiale con quella biologica», esige una profonda trasformazione del sistema educativo perché «i cambi di lavoro sono destinati a diventare sempre più frequenti e rapidi e, per questo, la scuola è chiamata ad offrire un’educazione per la vita». Parole dell’ex ministro all’Istruzione Francesco Profumo, che questa mattina nella sala Maffei della Camera di Commercio ha incontrato gli studenti delle scuole superiori della città. L’appuntamento è stato organizzato dall’Ufficio scolastico territoriale in collaborazione con l’ente camerale.
Profumo, dopo l’introduzione del provveditore Fabio Molinari e i saluti dell’assessore Maura Ruggeri e del presidente della Camera, Gian Domenico Auricchio, ha analizzato le sfide che attendono il mondo della scuola: «Di cosa avranno bisogno nel futuro gli studenti di oggi? La risposta rimane aperta, specialmente a causa della dicotomia fra il sistema scolastico e la politica, che vive nella schizofrenia dell’immediatezza. Ancora oggi la nostra scuola è strettamente collegata alle prime tre rivoluzioni industriali, mentre la quarta è già in pieno sviluppo. Il tema chiave del nostro tempo è la permanenza della conoscenza». Secondo Profumo la «vita delle nuove generazioni sarà molto diversa» perché «nel corso dell’esistenza si dovrà tornare più volte a scuola». La programmazione educativa, dunque, è chiamata a un cambiamento radicale: «La priorità per il mondo scolastico sarà quella di insegnare ad imparare. L’apprendimento di competenze e conoscenze rappresenterà soltanto una fase transitoria, perché i saperi diventeranno rapidamente obsoleti e si renderà necessaria una costante riqualificazione e rigenerazione formativa».
L’ex ministro, oggi presidente della Compagnia di San Paolo e dell’Associazione di Fondazioni e Casse di risparmio, ha portato all’attenzione della giovane platea due esempi virtuosi di evoluzione dei sistemi educativi: «Tra i Paesi che hanno già affrontato in modo serio e lungimirante i nodi dell’educazione spiccano la Danimarca e la Svezia. Il Governo danese dieci anni fa ha approvato una legge che mette nello zainetto della vita di ogni nuovo nato un pacchetto di voucher per l’educazione. Probabilmente non è un caso se oggi la Danimarca è il Paese in Europa con il livello di benessere più elevato. La Svezia, invece, gestisce la transizione da un lavoro all’altro secondo un processo normato che prevede una durata massima di diciotto mesi con il coinvolgimento del lavoratore, del datore di lavoro, dello Stato e dei potenziali nuovi datori di lavoro. Un ottimo esempio di politiche indirizzate a individuare percorsi capaci di dare qualità alla vita delle persone».
Profumo, sollecitato dalle domande degli studenti, ha anche parlato di soft skills, «fondamentali in un mondo che richiede abilità relazionali e sviluppo della capacità critica», di orientamento, un «tema cruciale di cui tendenzialmente ci occupiamo tardi e con azioni specifiche, senza una visione strategica», e di crisi demografica, «che apre serie problematiche sul fronte della previdenza sociale».
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