ha la puzza sotto il naso
Credo che lo snobismo, nella vita come nell’arte, sia un grosso limite. Ti porta a guardare e a giudicare le cose con pregiudizio, con un filtro che ti impedisce di vederle nella giusta luce e dimensione. Tendi a vedere solo le cose “alte” e non quelle “basse”, privandoti di una parte di mondo potenzialmente ricca di risorse, magari anche di bellezze, chissà. Recentemente è morto Toto Cutugno, cantante, autore e interprete snobbato - per l’appunto - da buona parte della critica musicale italiana, specie da quella il cui cortile della musica ha come paletti i soli(ti) De Gregori, Guccini, Fossati, Battiato. Artisti bravi, questi ultimi, niente da dire, ma non è che La donna cannone valga quanto la Nona di Beethoven o come l’Offerta Musicale di Bach, se proprio vogliamo entrare nel merito. Ecco allora che tutto debba essere preso con maggiore buonsenso, forse anche con la giusta leggerezza, e non per dogmi o con pregiudizi. La scomparsa dell’autore de L’italiano ci fornisce perciò lo spunto per riabilitare quegli artisti considerati “minori” dagli snob, ovvero troppo popolari per avere dignità, ma che per contro hanno portato con successo la bandiera della musica italiana nel mondo, riempiendo di gioia e di emozioni tanta gente, che è poi il compito primario dell’arte, al di là di tante sovrastrutture. Chi proviene dal mondo della musica classica è abituato a guardare dall’alto al basso tutto il resto del mondo musicale, ed è forse per questo che per decenni, se non per secoli, la musica di Bach,...
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