l’esempio giapponese
Cari lettori, ben ritrovati dopo la pausa estiva!
Come anticipato nell’ultimo articolo, vorrei iniziare oggi ad esplorare con voi una forma di comunicazione molto diversa da quella a cui siamo abituati noi occidentali.
Abbiamo citato in precedenza l’Antica Grecia e il Rinascimento Italiano e, più in generale, il significato di estetica all’interno della cultura occidentale e sottolineato la sua importanza nella comunicazione.
Ma vi è un luogo nell’estremo Oriente, dove, più che in ogni altra parte del mondo si è sviluppata un’estetica unica e raffinatissima: il Giappone.
Sin dalle sue origini, il popolo giapponese ha definito i valori di una forma di comunicazione che non ha precedenti in nessuna delle visioni occidentali a cui abbiamo fatto riferimento sino ad ora. Si sono venute a creare, infatti, in questo particolare contesto storico e geografico, le condizioni che hanno generato una visione tale da legare forma e sostanza in un <+S CORSIVO>continuum<+S TONDO> di magnetismo espressivo e comunicativo altamente poetico.
Uno dei fattori determinanti, per lo sviluppo di questa straordinaria concezione estetica, è stata nel VI secolo d.C., la diffusione del Buddhismo, proveniente dalla Cina, e in particolare dal XII secolo la nascita della filosofia Zen da esso derivata.
Tutta la visione estetica, morale e spirituale del Giappone perderebbe il suo significato più profondo se venisse separata dal modo in cui lo Zen interpreta la vita e il mondo.
Lo Zen non si allontana mai dal mondo concreto, dalla sua osservazione e si prefigge lo scopo di rispettare la natura, di amarla, di condividerne la vita e le leggi che la regolano; riconosce che la nostra stessa natura coincide con la natura oggettiva, fornendo la base filosofica all’amore che i giapponesi le hanno da sempre tributato; per questo motivo non possiamo prescindere dal tentativo di comprendere questo atteggiamento, questa sensibilità....
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