deve mettersi in discussione»
Tocca al ds Moreno Zocchi la prima disanima della partita di parte cremonese, dopo la passerella in sala interviste di giocatori e allenatore del Venezia (legittima soddisfazione con alcune frasi scontate, solo Dal Canto coglie la parte di contestazione nei ripetuti applausi a Bocalon). «Abbiamo perso male - esordisce il dirigente – ed è una sconfitta che ci deve far riflettere. Abbiamo avuto una reazione più di pancia che di testa e quando hai reazioni di questo tipo difficilmente riesci a raddrizzare le partite». Torrente è in discussione? «Non più di quanto lo sia io o Simoni – risponde Zocchi – è tutta la squadra che deve mettersi in discussione. Il mercato? Comincia il 1 gennaio, adesso restiamo concentrati sulla partita ancora da giocare». La contestazione del pubblico? «Ci fa male, senza dubbio. E mi dispiace perché ad inizio stagione i tifosi ci avevano dato la loro fiducia. Adesso dobbiamo chiederci come mai l’abbiamo persa, ma soprattutto dobbiamo fare tutto il possibile per riconquistarla. Mancano ancora 16 partite. Onorare la maglia non mi basta, è solo con i risultati che possiamo riconquistare la stima del pubblico».
Torrente prova a spiegare in modo leggermente diverso un’altra giornata storta allo Zini. Ma, alla fine, il discorso finisce sempre con un «ci mettiamo sempre del nostro per complicarci la vita». «Avevamo iniziato bene e sfiorato il gol del vantaggio – dice il tecnico – Poi abbiamo preso il primo gol su rimessa laterale. Dopo il pareggio, ne abbiamo preso un altro su calcio d’inizio. E ad inizio ripresa, quando potevamo tornare in parità, ne abbiamo preso un terzo da metà campo. Soprattutto il secondo gol è stato una mazzata. Loro hanno potuto tornare a mettersi in 11 dietro la linea della palla». Cosa risponde all’invito alle dimissioni di qualche tifoso? «E’ un momento difficile e lo riconosco. Ma conosco una sola strada da percorrere che è quella del lavoro. Nel quale ci metto ogni giorno tutta la mia professionalità». E’ convinto di potere uscire dalla crisi con questa squadra? «Resto fiducioso, ma ribadisco un concetto che ho già usato in passato: occorre avere sempre una grande concentrazione e bisogna metterci una maggiore determinazione. Poi, i numeri sono quelli: facciamo male in casa e sul piano tattico si ripetono gli errori difensivi. Ci abbiamo già lavorato e continueremo a lavorarci. Non c’è altra strada».
Palermo e Caridi continuano a metterci la faccia e non è esattamente una faccia allegra. «Io non sono un bugiardo - esordisce Palermo – quindi non posso dirvi che abbiamo giocato male e abbiamo meritato di perdere. Non lo credo. Vedo, purtroppo che gli episodi risultano determinanti: su 3 tiri prendiamo 3 gol. Poi, non so perché non ci fischino mai dei falli evidenti in area».
Caridi si esprime sul pubblico: «I fischi ci hanno fatto male, ma siamo consapevoli che dobbiamo riconquistare la fiducia dei tifosi. Ma dobbiamo partire da noi stessi, riprendere fiducia nei nostri mezzi. Adesso giochiamo partita per partita, solo con dei risultati positivi possiamo ritrovarci e cambiare volto a questa stagione».
L’ex grigiorosso Bocalon spiega il suo eurogol: «Ho pensato di tirare, dopo il rimbalzo anche se ero molto lontano. E’ stata una cosa istintiva, non avevo visto il portiere fuori dai pali. Ringrazio per gli applausi, qui ho giocato solo 6 mesi, ma credo che la gente ricordi la mia generosità in campo». L’allenatore Dal Canto spiega di aver voluto attendere basso la Cremonese per poi colpirla in contropiede. «Siamo stati bravi e fortunati - dice – certo se il tiro di Caridi fosse andato dentro, sarebbe stata un’altra partita. La crisi della Cremonese? Individualmente molti sono di categoria superiore, ma in certe città, a Cremona come a Vicenza, occorrono giocatori che sappiano anche sopportare la pressione del pubblico».
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