Una storia lunga quasi un secolo quella della ricamatrice grumellese Anselma Camola che a 98 anni mantiene intatto l’amore e l’entusiasmo per ago e fili che da sempre l’accompagnano.  E ancora oggi continua a ricamare nel suo “regno”, fra matassine di fili bianchi e colorati, tomboli e forbicine legate al collo… mentre dai cassetti che apre con gli occhi che le brillano fanno bella mostra tovagliette, runner, centri di varie misure …che lei anche se reduce da una permanenza di quattro mesi in una struttura per riabilitazione durante la quale si è fatta conoscere per la sua abilità e creatività.

Quando cominciò a ricamare?
«Ho iniziato molto piccola, su ritagli di tessuto che la mamma utilizzava per i suoi semplici ricami, ma è alla scuola elementare delle suore di Santa Cabrini di Grumello che ho capito che il ricamo era una vera passione: al piano superiore del convento, c’era una stanza in cui le signorine del paese, sotto la guida di una suora maestra di ricamo, si preparavano il corredo e io, desiderosa di imparare, salivo le scale e cercavo di “rubare” i movimenti delle loro abili mani. Il passo decisivo però l’ho compiuto a Cremona, dove frequentavo le scuole commerciali. Grazie alla mamma di una cara compagna, che conosceva il mio interesse, seppi che dalle suore del Sacro Cuore fra i tanti corsi pomeridiani ce n’era anche uno di ricamo e lo frequentai, naturalmente dopo aver chiesto il permesso ai miei. In quei tre anni, mi cimentai con grande passione con la guida di suore vere maestre in quell’arte: voglio sottolineare che era proprio dalle loro mani che uscivano i più bei corredi delle famiglie importanti di Cremona. Lì, scoprii un universo che sentivo mio e che avevo dentro…»...

LEGGI IL SERVIZIO COMPLETO SULL’ EDIZIONE DI MONDO PADANO IN EDICOLA FINO AL 26 GIUGNO OPPURE ABBONANDOTI SU WWW.MONDOPADANO.IT

Paolo Fornasari

© Riproduzione riservata