Non ci saranno ulteriori ritardi nel passaggio al mercato libero dei servizi di luce e gas. Il Consiglio dei ministri, nella serata di martedì 5 dicembre, ha dato il via libera alla nuova disposizione dopo alcuni giorni di incertezza e - per la verità - di tentativi, da parte di alcune forze politiche, di ulteriori rinvii ad una prospettiva attesa da anni. E soprattutto, attesa dall’Europa, che aveva chiesto all’Italia precisi impegni di liberalizzazione del mercato nel momento dell’assegnazione della terza rata del Pnrr. Della fine della cosiddetta “Maggior tutela” si parla da giorni, forse con poco chiarezza e, sicuramente, con un ritardo sulla tabella di marcia che ha inevitabilmente generato allarme. Proviamo a spiegare le cose.
Lo facciamo con i box qui di fianco, nei quali si evince che il passaggio al mercato libero riguarda solo gli utenti che ancora non lo hanno fatto (il 30% del totale) e che, tra questi, i cosiddetti “vulnerabili” continueranno ad essere garantiti in modo speciale. Tutti gli altri - i cosiddetti “non vulnerabili” - che fino ad oggi non hanno scelto operatoratori del mercato libero potranno gestire il passaggio con gradualità (vedi sempre i box a fianco).
La domanda che tanti si pongono è: questo passaggio converrà davvero? Gli esperti non hanno dubbi e confermano. Così come gli stessi italiani, che lo dicono nei numeri: sono ben 21 milioni le utenze che hanno scelto un operatore del libero mercato.
Le offerte liberalizzate, poi, si differenziano - semplificando - tra contratti a prezzo fisso e contratti a prezzo variabile. I primi fissano la tariffa pagata per la materia prima generalmente per 12 o 24 mesi, mettendo il consumatore al riparo da eventuali rincari dei prezzi. Il prezzo variabile invece segue l’andamento del mercato, aggiornando le tariffe di mese in mese. I contratti fissi sono generalmente più costosi di quelli variabili al momento della sottoscrizione, e possono prevedere una penale per chi rescinde prima del termine. Esistono anche contratti a tariffa variabile ma con un tetto massimo di prezzo. Insomma, agli utenti ancora presenti nella cosiddetta “Maggior tutela”, sarà chieso uno sforzo di approfondimento, fermo restando che potranno ancora a lungo (1 anno per il gas, 3 anni per la luce) continuare a “non fare nulla” e così entrare automaticamente nel Servizio di Tutele Graduali (STG).
Francesco Timpano, docente di Macroeconomia e politica economica presso la sede di Piacenza-Cremona dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, spiega così l’imminente transizione: «L’obiettivo - (...)».
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