«Esperienza che
non dimenticheremo»
Il fine era quello di andare a stimolare le emozioni e, con queste, la parte più introspettiva di ciascun partecipante per un miglior benessere psico-fisico. Il mezzo, la pet teraphy (con i cani), che per la prima volta ha fatto il suo ingresso nella Casa Circondariale di Cremona. L’iniziativa, in verità, già sperimentata in altri istituti penitenziari, a Ca’ del Ferro ha presentato alcuni elementi di originalità.
Ne parliamo con l’ideatrice, Sara Bresciani, che opera nella Casa Circondariale di Cremona in qualità di esperto ex articolo 80 O.P.. In altre parole, si occupa «delle osservazioni di personalità dei detenuti e, insieme all’équipe e a tutta l’area trattamentale di seguire soprattutto i detenuti prossimi a benefici premiali. La mia relazione contribuisce a completare quella di sintesi da indirizzare al magistrato». Torniamo, dunque, alla pet therapy a Ca’ del Ferro, nata dalla collaborazione tra la Casa Circondariale, il Dipartimento Veterinario di Ats Valpadana e l’équipe formata da Giuliana Caronna, veterinaria esperta in Interventi Assistiti con Animali e tre coadiutrici (già presenti, per esempio, nell’ospedale di Cremona). «Opero in questo carcere da quattro anni - spiega Bresciani - e mi sono resa conto di quanto i detenuti abbiano bisogno di esperienze pratiche ma anche di entrare in contatto con la loro parte più emotiva. Questo progetto rispondeva a entrambe le finalità: nel rapporto uomo/cane si superano pregiudizi e anche il “linguaggio” non ha bisogno di mediazioni».
Un progetto, continua - «che mi ha permesso di unire due mie passioni, la criminologia e gli animali: ho pensato a una pet therapy più calibrata sul mio lavoro, con una particolare attenzione sull’osservazione scientifica». Dopo una attenta analisi sono stati scelti 15 detenuti - «e questa, in verità, è stata la parte più difficile, poi suddivisi in gruppi da tre: per stimolare la parte più introspettiva, infatti, è necessario che ci si rivolga a un gruppo unito e composto da poche persone....
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