saremo sempre a fianco del settore primario
«E’ interesse di tutti che la locomotiva continua ad andare e da parte nostra faremo di tutto per essere al fianco di un settore che ha un’importanza primaria». Così Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia questa sera a Cremona in occasione dell’assemblea di Confagricoltura Lombardia. Accompagnato dall’assessore Gianni Fava, Maroni ha ribadito che la Lombardia è la prima regione agricola d’Italia e che se è vero che l’unione fa la forza (riferendosi al dialogo con il Governo centrale, ndr), è altrettanto vero che l’unione fa la forza se si agisce con rapidità. La Lombardia ha dimostrato di agire, ad esempio con l’anticipo della Pac, prima regione in Europa, e muovendosi tempestivamente per sostenere gli agricoltori danneggiati dal maltempo». All’assemblea di Confindustria si è anche parlato del prezzo del latte dopo il nulla di fatto del tavolo regionale. Tranchant, come sempre, il commento di Gianni Fava: «Se esiste un tavolo regionale è perché c’è qualcuno, la Regione, che si è dato da fare per favorire un accordo fra le parti sollecitato dal mondo produttivo. Ad oggi gli industriali si sono dimostrati sordi, a mio giudizio con un atteggiamento deprecabile. Ma sia ben chiaro che chi oggi si colloca fuori da questo tavolo resterà fuori e che non si venga poi a chieder aiuto alla regione su altri fronti». Rispetto alla decisione del ministro dell’agricoltura di portare il tavolo a Roma l’assessore all’agricoltura è stato netto: «Fino ad ora si è fatto il gioco degli industriali. Decidendo di fissare la data dell’incontro per il 31 luglio significa che non si arriverà ad un’intesa prima di settembre. Altro tempo prezioso buttato».
D’accordo Maroni: «La Regione non parteggia per l’uno o per l’altro, ma sia ben chiaro che se ci obbligheranno a scegliere staremo con i produttori».
LA MACROREGIONE - «Ci sono aziende che percepiscono 38 centesimi al litro quando il prezzo del latte spot all’estero viaggia sui 45/45 centesimi al litro. E’ una situazione inaccettabile» - prosegue Gianni Fava che suggerisce la soluzione della macroregione, «una realtà che è già nella testa della gente e che noi dobbiamo riuscire a concretizzare». L’attuale sistema, a giudizio dell’assessore Fava, a dimostrato tutta la sua inadeguatezza. «Il 24 maggio abbiamo scritto al ministero per il problema dei danni causati dal maltempo. Stiamo ancora aspettando una risposta». Maroni ribadisce come la Regione abbia agito prontamente attivando la procedura per ottenere lo stato di calamità e anticipando lapac per una cifra di 300 milioni di euro che – ha commentato il Governatore – non abbiamo certo trovato sotto i cavoli. Numerosi gli applausi degli imprenditori agricoli presenti in sala, stracolma di gente, che hanno interrotto gli interventi di Gianni Fava e di Roberto Maroni.
L’IMPORTANZA DELL’ANTICIPO DEI 300 MILIONI DELLA PAC - «Si è trattato – ha sottolineato Maroni - di un intervento molto importante. L’anticipo di 300 milioni della Pac ha portato la Lombardia in testa alle regioni dell’Europa. Siamo stati quelli che hanno fatto di più per le nostre aziende agricole e per le imprese danneggiate dal terremoto abbiamo anticipato fino al 90% dei fondi Pac. E per risolvere i problemi con concretezza e tempestività servono le risorse. Per questo se ci lasciassero i nostri soldi, i soldi che paghiamo con le nostre tasse, non avremmo difficoltà a trovare questi quattrini. Io non ho paura ad affrontare i problemi o ad assumermi le responsabilità, l’ho fatto per anni da ministro del Welfare e dell’Interno e lo faccio ora da presidente della Regione Lombardia. Per farlo servono le risorse, per questo la richiesta che abbiamo fatto è quella di tenere il 75% delle tasse. E i 300 milioni anticipati sono un impegno assunto dalla Regione Lombardia e non da altre istituzioni, perchè per ora noi siamo quelli che indicano la strada, non altri. E questa strada è quella della concretezza».
ATTENZIONE AI TAVOLI EUROPEI - «La riforma della Pac? Così come rischiamo di perdere soldi per la nostra agricoltura e quindi dovremo vigilare affinchè i soldi, che diminuiranno, siano spesi bene. Per questo vigileremo e se necessario interverremo. Ricordo - ha precisato Maroni - che Lombardia, Piemonte e Veneto insieme sarebbero il settimo paese d’Europa su 28, significa che 20 su 28 rappresentano masse e problemi più piccoli di quella della macro regione del nord e se il governo di Roma non riesce a risolvere i problemi allora noi vogliamo intervenire e se necessario interferire, perchè i problemi abbiano una soluzione. Per questo sulla trattativa sulla Pac noi siamo intervenuti e continueremo a farlo perchè vogliamo essere vigili».
LA REGIONE STUDIA UN INTERVENTO SUL CREDITO IVA - Per dare un aiuto subito alle imprese agricole, un aiuto concreto e immediato, ma pesantissimo nei numeri, la Regione Lombardia sta valutando un piano per un anticipo del credito Iva. Ad annunciarlo, alla platea di Confagricoltura Lombardia, è stato l’assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, Gianni Fava, che ha spiegato: «Stiamo studiando come intervenire e dare una mano, con modalità semplici ma efficaci e importanti nelle dimensioni per aiutare le nostre imprese agricole. Per questo, insieme al presidente Roberto Maroni stiamo studiando un meccanismo, tramite Finlombarda, per anticipare il credito dell’Iva, che lo ricordo sono soldi che lo Stato deve alle imprese. Si tratta di un credito strutturale per il settore agro-alimentare, in particolare per il settore latteario-caseario dove tutti gli imprenditori comprano con l’Iva al 10% e vendono al 4%, ci vuole poco ad accumulare crediti importanti. Per esempio c’è un’importante azienda cremonese che vanta 23 milioni di credito di Iva e un’altra di Milano che ne vanta 18.
«Comprenderete che parliamo di cifre impressionanti e se lo Stato continua a non fare il suo mestiere vorrà dire - ha concluso l’assessore Fava - che lo farà la nostra Regione ed è quello che stiamo facendo, stiamo lavorando per ridare liquidità alle imprese lombarde, incluse queste imprese del comparto agro-alimentare».
CREMONA-MANTOVA: «Ribadisco la mia contrarietà – ha detto Fava - ma io rappresento un quattordicesimo della giunta. Mi adeguerò alle decisioni che saranno prese dalla maggioranza».
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