Diapositive con testo, voce fuori campo. Si ascolta – è solo una parte - quanto segue: «Noi siamo imprenditori, sappiamo bene che la politica e le politiche sono molto diversi. E ci rifiutiamo di chiedere che abbiamo la responsabilità del cambiamento. Cerchiamo di vivere giorno per giorno. Non è vero che sentiamo la necessità di migliorare la società. Non ci interessa e non dovete pensare che ci occupiamo di cambiare il Paese in profondità. Quello che conta è il risultato, anche a discapito del progetto e della visione. Politica è sinonimo di potere fine a sé stesso». Lo sbigottimento si tramuta in sollievo: una volta arrivato alla conclusione un’altra voce recita “cambiamo punto di vista” e lo stesso discorso, letto dal basso verso l’alto, riga per riga, inverte il proprio significato. Sarebbe piaciuto a Johann Sebastian Bach, che nell’Offerta Musicale ha impiegato due melodie, una naturale e una retrograda. Anche il letterato Luigi Groto, nel Cinquecento, ha escogitato la stessa tecnica palindromica. Non ambigue e decisamente efficaci nel sfatare alcuni luoghi comuni, invece, sono le parole di Paolo Scaroni, ex amministratore delegato di Enel ed Eni. Intervistato da Jole Saggese, caporedattore e conduttrice di Class Cnbc, non si è trincerato dietro affermazioni generiche o di maniera: il manager vicentino, oggi presidente del Milan Calcio, è affilato quanto basta per mettere a nudo le contraddizioni e la burocrazia dell’Unione Europea, gli egoismi, il doppiogiochismo di alcuni suoi membri e la confusione che spesso si accompagna al mondo green...
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