«Spesso capita che la struttura venga ancora identificata come il vecchio “Soch” il posto in cui si viene a morire. E invece l’obiettivo che ci siamo poste, ormai più di un anno fa, sia io che il Direttore Sanitario, la dottoressa Simona Gentile, è quello di renderla un luogo di vita, puntando a sfruttare quelle che tecnicamente vengono definite le abilità residue dei nostri ospiti. Ospiti, non pazienti. Concittadini, perché qui si vive. E questo vuol dire: va bene l’assistenza, va bene l’aspetto clinico, ma tutt’intorno ci deve essere vita, animazione e relazioni dentro e fuori la struttura». Da poco più di un anno Alessandra Bruschi è Direttore Generale di Cremona Solidale. Tanta energia, tanti progetti: «Come definirei questo primo anno? Molto stimolante, c’è così tanto da fare. Creare nuovi servizi per i nostri anziani è sicuramente una delle sfide più stringenti e a me le sfide piacciono. L’obiettivo è arrivare al 2023 con la squadra formata e determinata a sviluppare e consolidare i progetti che ci attendono». Racconta Bruschi che da qualche mese ha trasferito il suo ufficio, prima decentrato, tra le palazzine occupate dagli ospiti, «perché stare in mezzo alle persone e vedere i processi è fondamentale». Cosa vede? «Vedo i nostri ospiti con i loro familiari: i figli che hanno 60-65 anni, poi i nipoti e pronipoti. In un lampo mi passano davanti quattro o cinque generazioni. Prima non ci pensavo, ma qui dai un senso all’arco temporale della vita...

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Carla Parmigiani

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