della foresta
e i calcoli di bottega: così il Parlamento
ha sacrificato gli interessi del Paese
La vendetta gialloverde è arrivata (e anche la rivalsa personale dell’ex premier Conte). E la diffidenza profonda e radicale (“genetica”) nutrita verso i tecnici dai partiti populisti ha prevalso. Ed entrambe sono arrivate a compimento nella giornata di mercoledì scorso, quella del naufragio del governo Draghi, epilogo definitivo di una situazione in essere da parecchi anni (di cui il quotidiano La Stampa ha dato una definizione esemplare titolando, a caratteri cubitali: Vergogna).
Nella mattinata di mercoledì il premier aveva tenuto – nelle sue comunicazioni al Senato – un discorso che si sarebbe potuto etichettare come win-win, dal quale si desumeva che i partiti avrebbero dovuto dismettere le rivendicazioni particolaristiche ed elettoralistiche per ritornare allo spirito di unità nazionale (e al primato delle decisioni del presidente del Consiglio), oppure lui ne avrebbe tratto le conseguenze. Una relazione con la quale aveva rivendicato con forza i risultati raggiunti, elencato quelli incompiuti (e che avrebbero reso indispensabile proseguire il lavoro) e sottolineato le mobilitazioni popolari – a proposito del fatto che i populisti non sono i titolari esclusivi della rappresentanza del popolo (di cui fanno parte tutti, dicesi proprio tutti, i cittadini) – a supporto del suo governo. E il cambiamento di sentiment politico (ancorché vi siano sicuramente state della premeditazione e della pianificazione al riguardo), come pure dell’umore personale di Mario Draghi (non esente da errori), si è registrato nella sua replica pomeridiana, molto secca e infastidita in alcuni passaggi, come quello riguardante l’accusa di volere pieni poteri proveniente da Giorgia Meloni (l’ennesimo paradosso della politica nostrana, vista la tradizione politica da cui proviene la destra italiana di cui lei è la leader, e con cui non riesce o non vuole strappare fino in fondo per ovvie motivazioni elettoralistiche)...
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Massimiliano Panarari
Professore associato di Sociologia
della comunicazione Università
Mercatorum di Roma
e docente di Marketing politico
alla Luiss School of Government
© Riproduzione riservata
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