Onorevole Patrizia Toia, un salto indietro nel tempo di 70 anni e ci ritroviamo con una guerra in Europa. L’Unione Europea e l’Occidente hanno fatto il possibile per evitarla e se sì può dirci quali azioni sono state messe in atto affinché non si arrivasse a questo punto?
«Sì, il 24 febbraio del 2022 ci siamo risvegliati nel 1 settembre del 1939 come nel peggiore degli incubi. Una cosa che fino a poche ore prima pochissimi ritenevano veramente possibile e già questo merita qualche riflessione su come vediamo il mondo. Però di fronte a un fallimento così eclatante della politica e della diplomazia internazionale è giusto chiederci se abbiamo fatto di tutto per evitare questa guerra. La mia risposta è no, non abbiamo fatto di tutto. Il problema non è tanto l’allargamento a est della Nato, che è un’alleanza difensiva a cui nei primi anni 2000 Putin voleva persino partecipare e che aveva con la Russia una partnership con il Consiglio Nato-Russia. L’errore è stato sottovalutare l’involuzione autoritaria e nazionalista della Russia e nel dare risposte troppo timide all’aggressione della Georgia nel 2008 e all’annessione della Crimea nel 2014. Era il 2014 l’anno delle sanzioni durissime alla Russia, quelle che abbiamo approvato ora con otto anni di ritardo. La democrazia ha un prezzo e se si ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, ed è giusto farlo, allora bisogna essere pronti a fare sacrifici per usare al massimo tutti i mezzi di pressione pacifici».
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