La fiammata inflazionistica ha caratterizzato tutto il 2021, con riflessi, anche molto significativi, sia sull’aumento dei costi di produzione, sia sulla crescita dei prezzi dei beni di largo consumo: un aggravio che supererà i mille euro per nucleo familiare. Ne abbiamo parlato con Franco Mosetti, referente territoriale di Adiconsum Asse del Po.
L’anno volge al termine all’insegna della crescita esponenziale del costo delle materie prime che ha avuto e sta avendo pesanti ripercussioni a livello economico. Partiamo da qui.
Innanzitutto, va analizzata in profondità questa situazione perchè non dimentichiamoci che, per esempio, nel febbraio-marzo del 2020 i prodotti petroliferi avevano raggiunto il livello più basso da alcuni anni a questa parte proprio perchè c’era il lockdown duro ed era tutto fermo. La seconda questione è che, in questo momento, molti produttori cercano di rifarsi del tempo perduto. Non dimentichiamoci che il 2020 è stato un anno molto pesante e adesso che l’economia èin crescita e che anche i consumi sono tornati, molte aziende della produzione e del commercio cercano di recuperare, per quanto possibile, quanto avevano perso. Di pari passo, però, va anche detto che un po’ di inflazione non fa male, perchè siamo stati fermi a lungo, con i consumi stagnanti e l’economia pressochè bloccata. Si dice sempre che un’inflazione al 2 per cento rappresenta la cosa più giusta, perchè è un punto di equilibrio fra un’economia stagnante e una corsa sfrenata che può avere riflessi negativi. Poi, evidentemente, c’è stato questo fulmine quasi ciel sereno della crescita inarrestabile del comparto energia: soprattutto il prezzo del gas è addirittura raddoppiato o triplicato e questa voce incide tantissimo sulla spesa media di una famiglia, soprattutto sulle persone meno abbienti...
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