Troppo veloce questo virus, è sempre un po’ più avanti e lascia dietro di sé una strada lastricata di bei propositi e buoni progetti. E lascia indietro, o meglio a casa, i ragazzi. Diventati, a questo punto “sacrificabili”, per usare un termine della ministra Azzolina. La prima a chiudere le scuole è stata la Campania, stessa decisione solo pochi giorni fa in Puglia. La Francia va in lockdown ma lascia aperte le scuole. Scelte. In Lombardia una specifica ordinanza e l’adeguamento al Dpcm: e a poco più di un mese dall’avvio delle lezioni, dunque, la scuola in presenza si perde un pezzo: le Scuole Superiori.
«La scuola ha fatto tutto il possibile, e credo che sia stata uno dei luoghi più sicuri in assoluto. Ma ovviamente i ragazzi non passano tutta la loro giornata in classe: noi possiamo garantire per le ore in cui i ragazzi sono a scuola... ma poi...». Ma poi c’è tutta una vita intorno, e un virus troppo veloce, appunto. Così le Superiori, per prime, riattivano la Dad, la didattica a distanza a partire dal 2 o 3 novembre. Rammarico, dottor Molinari? «Lo stesso che può provare il Governatore Fontana o la ministra Azzolina - spiega il Dirigente dell’Ufficio Scolastico territoriale di Cremona, Fabio Molinari -. Abbiamo lavorato per la presenza, abbiamo tutti lavorato tanto purtroppo le condizioni oggettive ci chiedono di privilegiare la salute pubblica. E lo facciamo. Il rammarico, dunque, deve essere vinto in considerazione di un interesse maggiore che è quello di riuscire a frenare i contagi». «Ecco perchè - continua - mi sento di riprendere quanto ha detto il Vescovo di Crema nell’omelia di apertura del nuovo anno scolastico: “Siate distanti ma vicini”: mi auguro, quindi, che questa momentanea necessità di mettere a distanza le superiori non faccia venir meno la vicinanza delle scuole agli studenti e alle loro famiglie»...
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