Neanche la pioggia li ha fermati. Baristi e ristoratori con le loro associazioni di categoria si sono dati appuntamento lunedì scorso davanti alla sede della Prefettura di Cremona, per dire basta alle restrizioni imposte dal Governo. Un “basta” urlato e scandito non solo a chiare lettere, bensì anche al fragoroso ritmo di pentole, coperchi e mestoli, usati come tamburi. Un centinaio gli aderenti alla manifestazione di protesta, gente abituata normalmente a starsene nel proprio locale, in cucina, coi clienti, non certo a scendere in piazza ed a scandire slogan tipo «Questi tegami li vogliamo riempire fino a cena, non fino alle 18». Ma stavolta ne andava della propria sopravvivenza. E allora sia. Stavolta la misura è colma. E bisogna urlarlo anche a Cremona, perché Roma senta. Con qualsiasi mezzo. Compresa l’ipotesi, circolata tra i manifestanti, di un possibile sciopero fiscale. Solidarietà alla categoria è giunta dall’assessore alle Attività Produttive del Comune di Cremona, Barbara Manfredini, e dal presidente del consiglio comunale, Paolo Carletti. L’Anci dovrebbe intervenire sul Governo. Qualcosa deve accadere...
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Mauro Faverzani, Laura Bosio, Lidia Gallanti, Paolo Carini, Rosario Pisani e Angelo Galimberti
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