Bruxelles, martedì 21 gennaio - «L’Ue deve scongiurare il rischio di una riduzione dei fondi allo Spazio: il settore spaziale riveste infatti un ruolo chiave per il futuro dell’Europa ed è fondamentale valorizzare al massimo l’assoluta eccellenza e la competitività della nostra industria spaziale, sostenendone la capacità di creare un’occupazione altamente qualificata, stimolare la ricerca e l’innovazione tecnologica. Tanto più alla luce del nuovo impegno preso dalla Commissione Ue con il Green Deal, visto che i dati prodotti dai sistemi satellitari europei sono basilari per monitorare le emissioni di CO2 e i cambiamenti climatici. Tutto questo rende ancora più evidente quanto sia decisiva un’adeguata dotazione finanziaria al nuovo Programma spaziale Ue: come Europarlamento, puntiamo a difendere fino in fondo lo stanziamento di 16 miliardi di euro proposto nel bilancio 2021-2027. E per toccare con mano l’eccellenza della industria spaziale italiana - anticipa Salini - in quanto relatore del Programma Ue ho invitato a Milano e Torino la Commissione Industria del Parlamento Europeo, che dal 24 al 26 febbraio accompagnerò in visita istituzionale con l’obiettivo di fare conoscere il contributo decisivo delle nostre imprese alla filiera Spazio». E’ quanto dichiara l’europarlamentare di Forza Italia Massimiliano Salini, relatore del nuovo Programma spaziale europeo, intervenuto oggi a Bruxelles ad un dibattito sulla cooperazione internazionale nell’ambito della 12^ Conferenza europea sulla politica spaziale.
«Se da un lato - prosegue Salini - I singoli Paesi europei hanno dimostrato di volere cogliere la sfida aumentando in modo importante gli stanziamenti a favore dell’Esa, dall’altro l’Unione Europea sta mostrando invece tutta la propria debolezza in quanto istituzione, in particolare di fronte al rischio di una riduzione dei fondi all’Agenzia europea-ex Gsa pari al 10,5%, un pericolo emerso durante il semestre della presidenza finlandese. Non possiamo permetterci incertezze verso questo settore cruciale - conclude l'eurodeputato di Forza Italia - che dà lavoro ad oltre 230mila persone e crea valore per più di 62 miliardi di euro, mentre un terzo dei satelliti del mondo è ‘made in Europe’. Le cosiddette attività ‘downstream’, cioè le ricadute pratiche dei dati satellitari prodotti da sistemi Ue come Galileo e Copernico, sono incalcolabili: si va dalla sicurezza aerea e stradale al monitoraggio delle infrastrutture e delle emissioni di CO2, dagli interventi di protezione civile alla gestione dei flussi migratori, dal meteo all’agricoltura di precisione, fino allo sviluppo di droni e software di navigazione per la guida autonoma».
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