Sono passati quattro anni da quando ho ricevuto una chiamata inattesa da parte di un cosiddetto head hunter il quale mi propone un cambio di lavoro con trasferimento all’estero. Come detto la telefonata è stata sicuramente inaspettata, ma ha messo in moto un desiderio di sperimentare una nuova esperienza e soprattutto di provare ad uscire dai miei confini italiani non per un breve periodo ma per una vera esperienza continuativa all’estero. Io sono sposato con figli ed il secondo pensiero è stato come avrebbe reagito la famiglia ad un trasferimento all’estero. Ne abbiamo parlato, prima con mia moglie, poi con i figli. Tre mesi dopo ero in Austria a lavorare presso un’azienda austriaca di proprietà austriaca e dopo ulteriori tre mesi tutta la famiglia si è riunita a Graz, seconda città austriaca per numero di abitanti, città di cui fino ad allora, per mia ignoranza, non ne conoscevo l’esistenza. La mia non è stata una scelta dettata da pura esigenza lavorativa, un lavoro stabile in Italia ce l’avevo, ma bensì da un desiderio, più o meno razionale, di confrontarmi con nuove culture e mentalità...

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