“Leggo con stupore sulla Gazzetta di Mantova che oggi si potrebbe raggiungere un’intesa sul prezzo del latte, sull’ipotesi di 37 centesimi per due mesi. Parliamo di un prezzo al di sotto dei costi di produzione e in spregio alle norme sui contratti annuali, ma evidentemente questo è il regalo del ministro Maurizio Martina all’industria di trasformazione”.
Da Bruxelles, dove è chiamato a intervenire sulle “Indicazioni Geografiche”, l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, parla di vittoria degli industriali sulla pelle degli allevatori e si altera non poco.
“A queste condizioni non si può chiudere – attacca Fava – dal momento che per settimane si è individuato in almeno 40 centesimi al litro la soglia di un prezzo equo alla stalla. Chiudere a 37 centesimi per soli due mesi e per adeguarsi successivamente a indicizzare il latte al valore europeo segna la vittoria degli industriali. L’industria di trasformazione ha avuto quello che voleva ed è evidente quale sia stato il contributo a loro favore del ministro”.
L’assessore lombardo ricorda che “37 centesimi era il valore base della trattativa fissato alla fine di luglio, al quale andavano aggiunti gli incrementi dell’indicizzazione sui prodotti trasformati e sul relativo valore. A cosa è servito stare fermi sei mesi a 34 centesimi, se non per fare un favore agli industriali?”, si chiede Fava.
“L’eventuale sottoscrizione di un prezzo per due soli mesi è un insulto all’intelligenza dei produttori – fa notare Fava -. Chiedo al ministro Martina dove è finita l’Antitrust, che veniva sbandierata come la soluzione di tutti i problemi nel decreto approvato dal governo? E la grande distribuzione organizzata? Quali vantaggi ha portato l’incontro con loro avvenuto ieri al ministero? Quale sarà il contributo della gdo? Informazioni che non sono note”.
“Se fossero confermate le indiscrezioni – osserva Fava - avrebbe vinto l’industria e a pagare saranno ancora gli agricoltori. Mi auguro che le organizzazioni sindacali tengano duro ancora un po’ e proseguano con la loro mobilitazione, fino a quando non avranno ottenuto il giusto. La Lombardia continuerà a essere al loro fianco. Altri non ne sarei certo”.
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