Sale la tensione e non si ferma la guerra del latte con la ribellione che cresce nelle campagne delle diverse regioni da dove continuano ad arrivare gli allevatori della Coldiretti che hanno deciso di mantenere l’assedio di notte e di giorno anche per l’intera giornata di domani, domenica 8 novembre 2015, alla multinazionale francese Lactalis che dopo aver conquistato i grandi marchi nazionali Parmalat, Galbani, Invernizzi e Locatelli è diventata il primo gruppo del settore.
Il colosso d’oltralpe, dopo aver fatto campagna acquisti con i principali marchi del Made in Italy, ora fa affari sulle spalle dei produttori imponendo una politica dei prezzi al ribasso iniqua e squilibrata. Gli allevatori chiedono il rispetto della legge 91 del luglio 2015 che, in esecuzione dei principi comunitari, impone che il prezzo del latte alla stalla debba essere commisurato ai costi di produzione.
All’attacco francese gli allevatori italiani intendono rispondere con una resistenza ad oltranza con il presidio nel centro di distribuzione commerciale in tutta Italia della multinazionale del latte d’oltralpe Lactalis, in via Guglielmo Marconi 10 a Ospedaletto Lodigiano (Lo) a meno di un chilometro dall’uscita “Casalpusterlengo” dell’autostrada A1, proseguendo sulla ex strada statale 234 Mantovana. La folta presenza degli allevatori sulle strade con un centinaio di trattori ai margini e mucche al pascolo nel giardino rende difficile la circolazione davanti alla stabilimento dove sono fermi decine di camion.
DANNI INCALCOLABILI
Oltre 400 milioni di euro andati in fumo in sedici mesi. È quanto hanno perso gli allevamenti da latte lombardi dal luglio 2014 a ottobre 2015 a causa del crollo del prezzo del latte alla stalla, precipitato dai 44 centesimi al litro pagati in media fino a metà dello scorso anno ai 34 centesimi al litro registrati in diversi casi nell'ultimo periodo.
Il dato emerge dalle prime stime della Coldiretti regionale in occasione della guerra del latte, con migliaia di allevatori che hanno lasciato le campagne per rispondere con un blitz all'attacco del colosso francese Lactalis che, dopo aver conquistato i grandi marchi nazionali (Parmalat, Galbani, Invernizzi, Locatelli), ora sottopaga il latte italiano. Dalle prime ore del giorno, gli allevatori provenienti da diverse regioni sono all'assedio del centro di distribuzione dei prodotti della multinazionale del latte francese Lactalis, in via Guglielmo Marconi 10 a Ospedaletto Lodigiano (Lo) a meno di un chilometro dall'uscita “Casalpusterlengo” dell'autostrada A1, proseguendo sulla ex strada statale 234 Mantovana.
In dieci anni – spiega la Coldiretti Lombardia – dalle Alpi al Po hanno chiuso quasi tremila stalle passate da 8.761 nel 2003/2004 ai 5.825 del 2014/2015 (-33,5 per cento) con effetti irreversibili sull'economia, sull'ambiente e sull'occupazione: ogni anno, infatti, si sono persi in media 700 posti di lavoro. “Oggi il prezzo del latte riconosciuto agli allevatori è inferiore a quello di vent'anni fa – commenta Ettore Prandini, Presidente Coldiretti Lombardia – mentre sullo scaffale, al netto di qualche vendita promozionale, continua a rimanere sopra l'euro. Una beffa per i consumatori e un danno per i produttori ormai in ginocchio, che sono costretti a vendere tre litri di latte per bersi un caffè”.
L’industria - sottolinea la Coldiretti - ha deciso unilateralmente di tagliare i compensi per il latte alla stalla di oltre il 20 per cento rispetto allo scorso anno per gli allevamenti della Lombardia. Vengono proposti accordi capestro che fanno riferimento all'indice medio nazionale della Germania, con una manovra speculativa ingiustificata e quindi inaccettabile.
“Siamo di fronte ad una palese violazione delle norme – conclude il Presidente Prandini - poiché si tratta di un valore inferiore in media di almeno 5 centesimi rispetto ai costi di produzione, che variano dai 38 ai 41 centesimi al litro. A rischio c’è un settore che rappresenta la voce più importante del nostro agroalimentare, con la Lombardia che da sola produce quasi la metà di tutto il latte nazionale”. Gli allevatori italiani – conclude la Coldiretti – chiedono un adeguamento dei compensi in esecuzione della legge 91 del luglio 2015, che impone che il prezzo del latte alla stalla riconosciuto agli allevatori debba commisurarsi ai costi medi di produzione.
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