crea posti di lavoro, Daria Tagliasacchi:
avvicinare cultura d'impresa già dalle superiori
Due anni fa ha iniziato una collaborazione con l’Associazione Industriali di Cremona, effettuando una ricerca sulla reperibilità d'impiego dei laureati del territorio, laureandosi poi in ingegneria gestionale con una tesi dal titolo «Analisi del gap tra domanda ed offerta di figure professionali nel territorio cremonese e cremasco» presso la sede cremonese del Politecnico di Milano.
Daria Vittoria Tagliasacchi, cremonese classe 1991, ha così portato a termine «uno studio volto ad analizzare la domanda di figure professionali e relative competenze richieste dalle aziende – spiega –, l’offerta di diplomati e laureati, e le relative competenze, e quindi il gap venutosi a creare tra le due componenti di domanda ed offerta».
Che tipo di situazione hai riscontrato nel cremonese e cremasco, rispetto ai laureati e diplomati?
«L’offerta di diplomati è caratterizzata da un tasso di disoccupazione e di non corrispondenza tra professione svolta e titolo di studio in costante crescita, principalmente tra i tecnici della gestione aziendale, i periti aziendali ed i grafici pubblicitari. Inoltre solo il 73% degli istituti superiori del territorio effettua un’indagine circa la condizione occupazionale dei loro ex-alunni, continuando così ad alimentare corsi di studio destinati a non fornire un’occupazione. Solo il 22% delle aziende intervistate reputa i giovani diplomati in grado di sostenere un colloquio di lavoro e di stendere un CV e spesso, durante i colloqui, arrivano a rifiutare proposte di lavoro a causa di salari non confacenti le aspettative od orari non conformi alle esigenze e solo il 3% invece perché spinto da assenza di possibilità di crescita. L’84% delle aziende intervistate ha sottolineato che i programmi didattici sono inadeguati per accedere al mondo del lavoro e tra le proposte di miglioramento avanzate sono presenti: il potenziamento della lingua inglese e dei laboratori didattici, l’introduzione di competenze più incentrate sui processi produttivi locali e l’intensificazione degli stage in azienda. Sono state analizzate anche le figure professionali che le aziende prevedono di assumere in futuro e le principali sono risultate essere: ingegneri gestionali, ragionieri esperti in paghe, periti aziendali e meccanici e tecnici delle industrie meccaniche. I laureati in ingegneria gestionale ed informatica analizzati hanno invece ottime prospettive di lavoro, infatti il tasso di disoccupazione e non corrispondenza tra professione svolta e titolo di studio sono nulli per entrambi, inoltre le competenze offerte dagli ingegneri incontrano pienamente la richiesta da parte delle aziende. Gli ingegneri gestionali trovano occupazione praticamente in tutte le diverse funzioni aziendali: nell’amministrativo, nella produzione, nel controllo di gestione, negli acquisti, nelle risorse umane e nella ricerca e sviluppo; mentre gli ingegneri informatici trovano occupazione principalmente nelle funzioni aziendali: centro elaborazione dati e ricerca e sviluppo».
Quali consigli potesti offrire ai giovani in cerca di lavoro in base alle tue ricerche?
«I giovani dovrebbero attuare un’attenta analisi delle caratteristiche dei piani d’offerta formativa dei percorsi di studio che vorrebbero intraprendere, infatti sono presenti molti percorsi di studio destinati a non fornire un’occupazione, e nella loro scelta dovrebbero privilegiare percorsi tecnico-scientifici, cercando di acquisire le competenze richieste dalle aziende locali, che faticano sempre più ad individuarle nelle figure tecnico professionali offerte dal territorio. Infatti i giovani dovrebbero cercare di venire a contatto con la cultura d’impresa già a partire dalle scuole superiori, in modo da poter comprendere l’attuale stato del mercato del lavoro e le relative esigenze. Inoltre dovrebbero essere in grado di stendere un CV e di affrontare un colloquio di lavoro, in quanto spesso le aziende vengono a contatto con CV completamente inadeguati. Infine tutti i laureati e diplomati dovrebbero essere a conoscenza di almeno una lingua straniera, riconosciuta attraverso certificazioni, e dei principali pacchetti applicativi informatici».
Che cosa ti ha lasciato l'esperienza con Assoindustriali?
«L’esperienza in Associazione Industriali è durata tre anni ed è stata un eccezionale periodo formativo sia a livello umano che professionale, mi ha infatti permesso di venire a conoscenza delle principali realtà produttive locali, di comprendere quelle che sono le attuali problematiche aziendali e le relative esigenze, in un ambiente di lavoro cordiale e disponibile. Durante le attività quotidiane sono stata costantemente supportata professionalmente dal tutor aziendale, l’avvocato Massimiliano Falanga, dal presidente del Gruppo Giovani, l’ingegner Stefano Allegri, e dal tutor universitario, il professor Filippo Renga, che mi hanno permesso di sviluppare appieno questo formativo ed interessante lavoro di tesi.
Che tipo di specializzazione stai completando ora?
«Ho intrapreso la laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale con percorso Finanza. Trascorrerò il primo semestre in Erasmus a Ghent, in Belgio, per poi concludere gli studi presso il Polo di Milano Bovisa».
Come mai hai scelto il Belgio?
«Ghent è una delle principali città universitarie del Belgio, sia per prestigio e ricerca, nonché per numero di studenti (circa 38mila) e membri dello staff (circa 7.900). L'università è costituita da undici facoltà, composte da oltre 130 dipartimenti. Ghent University è considerata tra le top 100 università nel mondo ed in particolare si posiziona all'ottantaseiesimo posto nella classifica sviluppata dall'Academic Ranking of World Universities nel 2012. L'Università di Ghent attrae infatti studenti da tutta Europa, garantendo loro numerosi servizi e vantaggi sia in termini accademico/didattici che sociali (agevolazioni per dormitori, mense studenti, centri sportivi, sanità e molto altro). Mi reputo quindi molto fortunata ad essere stata selezionata per questa destinazione, dove ho la possibilità di incontrare ragazzi e culture provenienti da tutto il mondo, frequentando le lezioni e sostenendo gli esami in lingua inglese, migliorando così la conoscenza della lingua, in un ambiente internazionale che definirei “stimolante”».
Come ti trovi?
«Ghent è il capoluogo delle Fiandre orientali, conta circa 240mila abitanti ed è situata nel nord del Belgio. La città è molto ordinata e ben organizzata, il principale mezzo di trasporto sono le biciclette che nonostante il clima uggioso non esitano a transitare. Mi trovo in città ormai da qualche mese, tre per la precisione, e devo dire che quanto letto e sentito riguardo Ghent è del tutto veritiero. Gli studenti in città sono numerosi e durante il periodo accademico l’Università di Ghent offre loro numerose agevolazioni per incontrare al meglio le diverse necessità ed esigenze. I corsi che seguo sono molto interessanti, il livello di insegnamento è elevato e caratterizzato da continui assessment e progetti da presentare in aula, concorrenti alla votazione; i corsi sono erogati dal Master della Facoltà di Economics and Business Administration e tenuti in lingua inglese».
Cosa ti manca?
«Ciò che principalmente mi manca come studentessa è l’ambiente universitario più “ristretto” del Politecnico di Cremona, dove era presente un clima quasi liceale, e l’estrema disponibilità dei docenti del Polo, sempre pronti a fornire ulteriori spiegazioni ed approfondimenti. Gli anni passati al Politecnico di Cremona sono stati unici. Oltre a familiari ed amici, ovviamente, inizialmente mi mancava molto anche il clima italiano, qui dominano pioggia e freddo, ma devo dire che ormai mi sto abituando».
Che cosa vorresti portare a casa da questa esperienza?
«Vorrei che quest’esperienza fosse proficua sia dal punto di vista scolastico che personale. Incontrare diverse culture e ragazzi provenienti da tutte le parti del mondo è molto interessante e stimolante; lavorare in gruppo e condividere esperienze con altri ragazzi, migliorando la lingua inglese, è un esperienza molto formativa che potrò fare parte della mia vita. Questa opportunità mi aiuta a capire come le altre nazioni studiano ed approfondiscono gli stessi temi che noi studiamo in Italia, portando loro la mia esperienza e viceversa, ed arricchendo il mio bagaglio culturale.
Amo le sfide e sono motivata nel cogliere tutto ciò di positivo che provenga da questa unica esperienza».
© Riproduzione riservata
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