reinventa "Il Ventaglio" di Goldoni:
abiti alla moda e scenografia minimal
Un Cupido in frac con All Star rosse fuoco, movenze da dandy inglese e pennarelli al fianco al posto di arco e frecce. Le note di ‘Cupid’ di Amy Winehouse danno avvio allo spettacolo. Sipario aperto, buio in sala, ed ecco che danzando entrano loro, i bravissimi protagonisti del remake goldoniano de “Il Ventaglio”, commedia reinventata e attualizzata dal regista veneziano trentasettenne Damiano Michieletto. Per chi ama l’opera lirica Michieletto è ormai un’affermazione del panorama internazionale, famoso per le sue regie ma, per il teatro di prosa, è stato una piacevolissima quanto sorprendente scoperta.
Un’operazione nuova, frizzante, pirtotecnica, dal ritmo incalzante. Niente trine e merletti settecenteschi ma abiti alla moda dei giorni nostri di Carla Teti, scenografia minimalista di Paolo Fantin e piccoli oggetti che caratterizzano fortemente l’identità dei personaggi. La trama ruota intorno ad un piccolo ventaglio, che qui è un piccolo ventilatore elettrico, simbolo dell’amore che diventa da subito causa di equivoci, pettegolezzi e malelingue.
Sullo sfondo una grande lavagna bianca quadrettata che richiama fortemente l’ambiente metropolitano di New York con una grande scritta rossa “Amore…”. Si capisce subito quale sarà l’argomento della serata. Su di essa Cupido che muove l’azione in primis, e poi gli attori, disegnano, de-scrivono pensieri, parole-chiave dell’intreccio amoroso, contrastanti emozioni, amare riflessioni e speranze che prendono vita anche attraverso monologhi metateatrali sulle delusioni amorose con Lou Reed come colonna sonora e con continui riferimenti shakespiriani e al Piccolo Principe.
Una sfida non facile quella di Michieletto, temeraria per certi aspetti ma sapientemente orchestrata e completamente riuscita grazie anche ai bravissimi dodici giovani attori in scena: Alessandro Albertin, Silvio Barbiero, Daniele Bonaiuti, Katiuscia Bonato, Giulia Briata, Nicola Ciaffoni, Emanuele Fortunati, Matteo Fresch, Manuela Massimi, Giuseppe Nitti, Silvia Paoli e Pierdomenico Simone.
Risate e applausi per uno spettacolo che coinvolge gli spettatori rimasti poi a bocca aperta mentre gli attori al termine si spogliano in scena e rimangono in lingerie con un sapiente gioco di luci di Alessandro Carletti che rende l’atmosfera sobria, delicata e mai volgare. Nella vita si ha l’illusione di essere troppo sicuri di noi stessi ma, davanti all’Amore, unico “faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai”, siamo tutti messi a nudo.
Ancora una volta le note di ‘Cupid’ accompagnano gli attori che entrano correndo e danzando per gli applausi in accappatoio, si voltano e creano la scritta “Il Ventaglio”.
La stagione di prosa del nostro Teatro non poteva congedarsi in modo migliore.
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