per l’asportazione della copertura in piombo
Ha chiuso i battenti oltre mezzo secolo fa anche se per molto tempo ancora la locandina dell’ultimo film in programmazione restò, strappata, ad ingiallire sul muro di via Arisi. Era il 1969 quando la locale Commissione Prefettizia di Vigilanza sugli edifici destinati a pubblici spettacoli, per le norme di prevenzione degli incendi tolse l’agibilità al Politeama Verdi. E per il vecchio teatro, nato proprio sulle ceneri dell’incendio del Teatro Ricci, iniziò la fine. Il colpo di grazia al Politeama, quello che ne decretò rapidamente la rovina, fu inferto però qualche tempo dopo: quarant’anni fa, quando il 21 settembre 1981 il sindaco Renzo Zaffanella impose alla società proprietaria (CapelliCamurri e Baldaro) l’asportazione della copertura in piombo della cupola, per ragioni di pubblica incolumità. Una decisione assurda. La copertura in piombo venne venduta e da allora pioggia, vento e neve entrarono nel teatro rovinando stucchi, decorazioni ed arredi. Perfino il sipario del Rizzi venne rimosso e messo a far da quinta ad un cantiere che stava operando in via Cesare Battisti. Il Politeama Verdi era sorto nel 1897 sulla stessa area del Teatro Ricci, inaugurato nel 1860 ad Italia quasi unificata, ma distrutto da un incendio nel 1896. A progettare il nuovo teatro fu l’architetto Achille Sfondrini, un genio nella costruzione dei teatri. Sono suoi il Lirico di Milano, lo Storchi di Modena, il Verdi di Padova, l’Opera di Roma e l’Apollo di Lugano. Tutti teatri tuttora funzionanti e che hanno avuto ben diversa fortuna rispetto a quello cremonese.
Elementi caratteristici dell’edificio erano la cupola in piombo gemella di quella del Lirico di Milano, le decorazioni con stucchi delle pareti interne e dei soppalchi, il sipario ora disperso, opera del pittore cremonese Guindani e la perfetta acustica.
Ma a far “brillare” il Politeama erano soprattutto le decorazioni floreali, gli stucchi, le colonne e le colonnette fuse in ghisa. L’interno del teatro era tutto dipinto in bianco ed oro, con decorazioni stile Luigi XV, opera dello scultore Vincenzo Guindani. Gli stucchi erano stati realizzati da Ravanello ed Urio di Milano; i laterizi e le mattonelle provenivano dalla ceramica Frazzi e dallo Stabilimento Repellini. Il sipario del teatro era opera di Antonio Rizzi, autore anche del sipario del Ponchielli...
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