l’altro piccolo segreto di Stradivari
Anche i più esperti ricercatori non resistono al fascino di scoprire quale sia il segreto inimitabile dei violini di Antonio Stradivari. E’ il caso di Marco Malagodi, ricercatore del Dipartimento di chimica dell’Università di Pavia specializzato nelle tecniche di diagnosi sui beni culturali. La sua indagine, dal titolo “A multi-technique chemical characterization of a Stradivari decorated violin top plate” è stata pubblicata sulla rivista scientifica “Applied Physics A: Materials Science & Processing”. Malagodi con un gruppo di chimici e fisici italiani ha individuato anche attraverso gli spettroscopi caratteristiche e composizione dei materiali della piattaforma superiore di un originale violino Stradivari, studiandone anche rivestimenti e decorazioni di superficie, riproducendone poi una copia identica.
«L’obiettivo della ricerca è capire se la decorazione a intarsio della tavola armonica influisca sull’acustica del violino - ha dichiarato Marco Malagodi al sito Oggiscienza - Al momento si tratta di analisi preliminari, che servono soprattutto per individuare le tecniche non invasive più adatte. Ora però siamo pronti a lavorare su violini completi».
Il lavoro, basandosi su una serie di tecniche analitiche, fa luce su strategie di lavorazione, consuetudini e materiali usati dai liutai durante la seconda metà del diciassettesimo secolo nel Nord Italia. A cominciare dagli elementi bianchi e neri delle decorazioni, che hanno confermato che Stradivari puntava su antiche tradizioni di colorazione del legno.
Uno dei segreti carpiti dal violino riguarda la matrice scura che riempie gli intarsi: si tratta di una polvere molto fine di ebano, macinata con una colla animale, probabilmente coniglio.
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