«La messa al bando totale dei motori a combustione dal 2035 e la conseguente elettrificazione a tappe forzate è un grave errore industriale e politico, che mette a rischio migliaia di aziende e fino a 500mila posti di lavoro nella filiera dell’auto. Come Fi-Ppe votiamo contro un accordo che di fatto misconosce ideologicamente il principio di neutralità tecnologica, operando una scelta ipocrita anche sul piano della CO2, decisione che al momento fa felici solo gli ultrà di un ambientalismo burocratico e superficiale, sordo alle esigenze di famiglie e imprese. Tra i punti critici vi è l’enorme incertezza circa la decarbonizzazione della produzione di elettricità. Restando infatti al mero calcolo delle emissioni al tubo di scarico, senza valutarle nell’intero ciclo di vita dell’automobile come chiesto invece dal PPE, l’asserito taglio della CO2 è solo propaganda illusoria. E’ grave trascurare che i futuri mezzi elettrici rischiano di venire alimentati da energia “non pulita”, spostando semplicemente le emissioni in altri Paesi o in altri settori dell’economia. Se poi guardiamo all’errore industriale di fondo, spingere cioè l’automotive europeo tra le braccia della Cina, leader mondiale nelle materie prime e nella produzione di batterie per veicoli elettrici, non possiamo che confermare il nostro scetticismo su una transizione verde ideologica e ingannevole, che piazza una pesante ipoteca sull’autonomia strategica europea. Un obiettivo, quest’ultimo, di cui si parla tanto nei salotti ma per il quale, in molti dossier legislativi che contano, si fa davvero troppo poco. Siamo pronti a dare battaglia per introdurre flessibilità nei tempi e sostegni concreti alle nostre filiere, vigilando affinché entro il 2026 la Commissione riesamini in modo accurato l’impatto del regolamento».
Massimiliano Salini
Eurodeputato di Forza Italia
Relatore PPE in Commissione Tran
sul regolamento relativo
agli standard di CO2 per auto nuove e veicoli leggeri
© Riproduzione riservata
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