Il percorso, variegato ed eterogeneo, di Diego Pallavera l’ha portato oggi ad essere un agronomo con uno sguardo e un ambito particolare della professione, a ulteriore riprova delle molteplici applicazioni che permette.
Che studi ha seguito?
«Dopo il diploma da geometra, mi sono iscritto e ho studiato alla Facoltà di Agraria di Milano dove mi sono laureato in Scienze e Tecnologie Agrarie nell’ordinamento tecnico ed economico. Un indirizzo che mi ha introdotto all’aspetto economico-finanziario degli studi agrari e con materie che arrivavano fino al funzionamento della macchina dei contributi europei all’agricoltura e più in generale proprio all’economia applicata all’agricoltura».
A livello professionale di cosa si è occupato?
«Mentre mi stavo ancora laureando ho affiancato un agronomo in uno studio professionale per vedere le varie opportunità di lavoro e nel mentre ho colto la proposta di assunzione presso l’Assessorato all’Agricoltura della provincia di Brescia dove sono stato tecnico dei collaudi misura 1 Psr Lombardia. Ovvero colui che visitava le aziende e verificava l’aderenza tra la domanda presentata e l’investimento effettivamente realizzato per inviare la richiesta di contributo a Regione Lombardia. Questa esperienza mi ha dato modo di vedere dall’interno i meccanismi burocratici nell’ambito di assegnazione dei contributi legati alle politiche di sviluppo rurale. Ho quindi lavorato per un anno come libero professionista in uno studio agronomico di Chiari e in quella sede ho scoperto che all’interno degli Istituti bancari cercavano specialisti del credito agrario che conoscessero l’agricoltura e che fossero in grado di tradurla in ambito economico. Così ho fatto richiesta a diversi Istituti e nel 2007 sono stato assunto da Bpm che aveva una sezione dedicata proprio al credito agrario con uno specialista che si occupasse di tradurre l’agricoltura in “banchese”. Generalmente le aziende agricole, infatti, sono aziende senza obbligo di presentare il bilancio e manca spesso uno strumento che rappresenti al mondo bancario la solvibilità dell’azienda stessa, ma anche la valenza patrimoniale, economica e finanziaria. Così ho scoperto un mondo estremamente interessante. Sono quindi stato assunto da quella che oggi è la BCC Credito Padano dove svolgo la medesima funzione. E con gli anni poi sono divenuto il responsabile del Dipartimento Agricoltura. Una volta entrato nel mondo bancario - nel 2007 - ho smesso di esercitare la libera professione, anche perchè incompatibile con il ruolo e l’assunzione in Banca».
(...)
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