Quelli del suo mestiere hanno barbe lunghe, tatuaggi fin dietro le orecchie e lo sguardo torvo da “o la palla o la vita”. Andrea Rosso ha il ciuffo biondo e una felpa con il cappuccio, usa un tono pacato e sorride spesso. Non ha certo l’aria del “delinquente prestato al mondo del pallone” (per citare un’ironica a pagina facebook tanto di moda) eppure è uno di quelli che a centrocampo non vanno tanto per il sottile, è il primo grigiorosso a finire in diffida: «Lo so – ammette – potrei prendere qualche cartellino in meno. Ma le mie ammonizioni sono sempre... sportive».
A dire il vero un tatuaggio lo ha pure lui: impresso sul polpaccio il leone della Premier League. Il calcio inglese è la sua grande passione e in fondo anche il suo stile di guerriero gentiluomo. Tra i suoi preferiti ci sono sì Vidal, Marchisio e De Rossi... «Ma il mio modello resta il Gerrard degli anni d’oro al Liverpool». Stessa faccia pulita, qualche titolo e qualche gol in meno. Andrea ride: «Devo fare il decimo della mia carriera. E’ come la decima del Real Madrid, la coppa che non arrivava mai. Però quest’anno dev’essere quello buono per tagliare il traguardo».
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Filippo Gilardi

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