l Vescovo di Cremona, S. E. mons Dante Lafranconi, ha nominato:
collaboratore parrocchiale delle Parrocchie “Santi Giacomo e Agostino” e “S. Giorgio in S. Pietro al Po” in Cremona don Giuseppe Ferri;
canonico del Perinsigne Capitolo della Cattedrale di Cremona don Felice Bosio.
Biografia dei sacerdoti interessati dalle nomine
Don Giuseppe Ferri è nato a Calvenzano (provincia di Bergamo, ma diocesi di Cremona) il 20 settembre 1953 ed è stato ordinato sacerdote il 24 giugno 1978. È stato vicerettore del collegio Gregorio XIV a Cremona (1978-1980) e poi vicario della comunità Santa Maria Immacolata e San Zeno a Cassano d’Adda (1980-1995). Il 31 agosto 1995 è stato promosso parroco di San Benedetto Abate in Trigolo.
Ora mons. Lafranconi l’ha nominato collaboratore delle parrocchie di S. Agostino e S. Pietro al Po in Cremona: don Ferri entrerà dunque a far parte dell’équipe presbiterale composta da don Stefano Moruzzi (parroco moderatore), da don Roberto Musa (vicario) e don Pier Altero Ziglioli (collaboratore).
Don Ferri, laureato in Scienze Religiose presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose delle diocesi di Cremona-Crema-Lodi, dal 2002 è direttore nazionale del Segretariato Scholae Cantorum, dal 2003 è presidente dell’associazione Marc’Antonio Ingegneri e dal 2004 direttore della scuola diocesana di Musica Sacra.
Don Felice Bosio è nato a Trigolo il 15 marzo 1935 ed è stato ordinato sacerdote il 27 maggio 1961: in quell’anno furono ordinati tredici presbiteri, e tra questi i vescovi Maurizio Galli e Piergiuseppe Vacchelli. Don Bosio ha esercitato gran parte del suo ministero pastorale nella comunità cittadina di Sant’Agostino: prima come vicario (1970-1981) e poi come parroco (dal 1981 al 30 giugno prossimo).
La sua prima esperienza pastorale l’ha svolta nella comunità di San Sebastiano, sempre in città (1961-1970).
Dal 1970 è apprezzato cappellano della Casa Circondariale di Cremona.
Ora entrerà a far parte del Perinsigne Capitolo della Cattedrale.
Il Perinsigne capitolo della Cattedrale
Il Perinsigne Capitolo, denominato ufficialmente “Capitolo dei Canonici della Beata Vergine Assunta nella Chiesa Cattedrale di Cremona”, è il più antico e illustre collegio della città. La sua esistenza è attestata dallo storico Giuseppe Bresciani già nell’VIII secolo.
L’attuale fisionomia del collegio dei canonici è chiarita nell’art. 3 dello Statuto del Capitolo della Cattedrale di Cremona che, riecheggiando il can. 503 del Codice di diritto canonico, recita: “Il Capitolo Cattedrale è il collegio dei Canonici dediti in primo luogo all’esemplare esercizio del culto divino in Cattedrale, (...) alla celebrazione quotidiana della liturgia delle Lodi e dell’Ora media e della Messa conventuale e, nel rispetto dell’attività pastorale della Parrocchia, alla disponibilità per le celebrazioni dell’Eucaristia e della Riconciliazione sacramentale e per la predicazione sacra, specie nei giorni festivi e nei tempi più significativi dell’anno liturgico”.
Tanti i poteri, le proprietà e i privilegi appartenuti nella storia al Capitolo, i cui membri, solitamente cadetti del patriziato, nel IX secolo sono chiamati “fratelli canonici” o “cardinali della Santa Chiesa cremonese”. Oggi l’unico privilegio è l’uso della croce patriarcale (concessa nel 1414 da Giovanni XXIII, l’antipapa Baldassarre Cossa, per l’ospitalità ricevuta).
Quanto all’abito, dopo il Concilio Vaticano II il Capitolo ha rinunciato ai rivestimenti sontuosi dell’ermellino, della cappa magna (concessa nel 1591 dal papa cremonese Gregorio XIV, già cardinale Niccolò Sfondrati per trent’anni vescovo di Cremona, che regalò al Capitolo anche la reliquia della Sacra Spina), della veste filettata di rosso con fascia violacea e fiocchi, della veste paonazza e del fiocco rosso sul tricorno, nonché della mantellotta paonazza, oltre a quelli confermati da Pio XI nel 1923 (i privilegi dei protonotari apostolici “ad instar partecipantium”, col privilegio dei pontificali, della mitra e della croce pettorale, con l’anello gemmato).
I canonici, che oggi hanno conservato il titolo di monsignore e con la facoltà di indossare la mozzetta violacea, hanno sempre esercitato un rilevante ruolo nel governo della diocesi, con la facoltà di elezione dei vescovi (fino alle bolle in contrario di Papa Bonifacio VIII). Oggi hanno perso tutta questa rilevanza, compresa la nomina dell’amministratore diocesano in sede vacante e l’esame delle pratiche amministrative di maggior importanza, attualmente demandato al Collegio dei Consultori. Dal 1990 il Capitolo non si occupa più nemmeno dell’amministrazione della Cattedrale: un solo canonico fa parte, per diritto, del Consiglio della Cattedrale, nominato dal Vescovo.
Con la nomina di don Felice Bosio, che in diocesi acquista così il titolo di monsignore, i canonici salgono a 14, ne mancherebbe ancora uno per arrivare alla composizione piena del Capitolo: gli statuti, infatti, prevedono 15 membri.
Attualmente i canonici effettivi sono: mons. Giuseppe Perotti (presidente e prefetto del coro), mons. Stelio Placchi (decano), mons. Renzo Gardani, mons. Mario Barbieri, mons. Carlo Abbiati (consigliere d’amministrazione), mons. Angelo Talamazzini, mons. Luigi Gerevini (consigliere d’amministrazione), mons. Achille Bonazzi, mons. Mario Cavalleri, mons. Elio Testa, mons. Ruggero Zucchelli, mons. Marino Reduzzi (cancelliere), mons. Giuseppe Soldi (amministratore). Canonico onorario: mons. Giuseppe Aresi. Mansionario: don Antonio Trabucchi.
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